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La Capitale festeggia i 100 anni del “Reale Premio Roma”

di Redazione - 07/06/2025

A un secolo esatto dalla gara che segnò l’esordio internazionale dell’automobilismo nella Capitale, una Bugatti Tipo 35 è tornata a percorrere il tracciato del Reale Premio Roma. Era il 22 febbraio 1925 quando il conte Carlo Masetti trionfava su questo stesso circuito cittadino di 10,625 km. Il corteo rievocativo, organizzato dall’Automobile Club Roma con la collaborazione di Prisca Taruffi e il suo “Volpe Argentata Invitational”, è partito da Piazza dei Quiriti con scorta della Polizia Locale, attraversando le strade del percorso originale fino al Parco di Roma Golf Club, dove i veicoli storici sono rimasti in mostra per il pubblico.

Oltre alla celebre Bugatti, la parata ha visto sfilare modelli come la Ginetta G4 Sport del 1966, la Fiat 508 Balilla Coppa d’Oro del 1934 e la Jaguar D Type del 1968. Oltre trenta auto e dieci motociclette hanno riportato la memoria motoristica al centro di Roma, in una giornata che ha saputo unire passione, spettacolo e cultura.

Un tributo al motorismo storico della Capitale

Il Reale Premio Roma fu la prima grande corsa automobilistica internazionale disputata in città. Voluto dall’Aci Roma, nato appena tre anni prima, l’evento venne inaugurato dalla principessa Mafalda di Savoia e segnò un’epoca: 40 giri, 425 km percorsi alla media di oltre 97 km/h, un risultato straordinario per il tempo. Negli anni successivi la gara si trasformò nel Gran Premio Roma, con protagonisti assoluti del motorismo come Nuvolari, Varzi, Chiron e vetture iconiche di Alfa Romeo, Maserati e Ferrari.

Anche le due ruote hanno avuto il loro momento di gloria nella rievocazione: dalla Guzzi Side Car Sport 13 del 1928 alla AJS 350, con cui il giovane Piero Taruffi vinse nel 1925 la Salita di Monte Mario.

“Siamo felici di aver riportato in vita un pezzo importante della storia motoristica italiana – ha dichiarato Giuseppina Fusco, presidente dell’Aci Roma –. In un anno segnato dal Giubileo, questa rievocazione è anche un modo per valorizzare il nostro patrimonio culturale e tecnico, da trasmettere alle nuove generazioni”

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