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Dal 1975 a oggi: la storia infinita della Bmw Serie 3

di Redazione - 19/08/2025

BMW 3er Familie, von E21 bis F90;
Eisbach Studios Pasing, Februar 2015;

Testo di Fabio Madaro

A metà degli anni Settanta Bmw si trovava a un bivio cruciale. Dopo aver consolidato la sua immagine tra le cosiddette compatte con la Serie 02, serviva un modello capace di raccogliere quell’eredità e proiettarla nel futuro. Il 1975 segna dunque la nascita della Serie 3, presentata al Salone di Francoforte: una berlina di dimensioni contenute, elegante e sportiva che avrebbe cambiato la storia della Casa bavarese. Non era solo l’evoluzione della 2002, era un manifesto di stile e tecnica che avrebbe definito per sempre cosa significasse guidare una Bmw.

BMW 3er Familie, von E21 bis F90;
Eisbach Studios Pasing, Februar 2015;

La prima generazione, siglata E21, mostrava subito carattere. Le dimensioni relativamente contenute (lunghezza poco sopra i 4,3 metri, larghezza 1,61 metri e passo di 2,5 metri) dissimulavano un design deciso, con i doppi fari anteriori, la tipica calandra a “doppio rene” e linee tese, frutto della matita di Paul Bracq, designer francese già attivo in Mercedes. Designer che peraltro alla fine del 1974 lasciò Bmw per approdare in Peugeot: il suo ruolo venne affidato a Claus Luthe che completò lo sviluppo della vettura. Gli interni, studiati con attenzione, introducevano la plancia orientata verso il guidatore, un gesto semplice ma potente che raccontava a chi fosse dedicata la Serie 3: a chi amava davvero guidare.

Gamma motori e tecnica

La Serie 3 E21 adottava uno schema collaudato ma raffinato: motore anteriore longitudinale e trazione posteriore, con sospensioni anteriori MacPherson e posteriori a bracci obliqui, e freni a disco sulle ruote anteriori: i posteriori erano a tamburo sulle versioni base e a disco su quelle più potenti.

BMW 3er Familie, von E21 bis F90;
Eisbach Studios Pasing, Februar 2015;

Al debutto erano disponibili i quattro cilindri M10 derivati direttamente da quelli utilizzati sulle Serie 02: 1.6 litri (75 cv), 1.8 litri (90-105 cv e 2.0 litri (109 cv). Nel 1977 fece il suo ingresso quello che diventerà uno dei simboli dell’ingegneria di Monaco: il sei cilindri in linea, dapprima sulla 320/6i (122 cv) e poi nella 323i con 143 cv e iniezione elettronica Bosch, capace di superare i 190 km/h e scattare da 0 a 100 km/h in circa 9 secondi. Il consumo medio si attestava tra i 9 e i 11 litri ogni 100 km a seconda del motore e della guida, valori più che accettabili per l’epoca.

Le versioni a quattro cilindri erano ideali per la città e i viaggi brevi, offrendo consumi contenuti e costi di gestione ridotti, mentre le sei cilindri regalavano prestazioni da vetture di razza e sportiveggianti, senza sacrificare il comfort o la stabilità. Una gamma equilibrata, capace di soddisfare sia l’automobilista pratico sia il guidatore appassionato.

Design e dettagli distintivi

Il frontale elegante e aggressivo con fari singoli o doppi e calandra cromata diventò immediatamente il simbolo della Serie 3. Anche il cofano lungo e la coda corta seguivano le proporzioni tipiche delle berline sportive a trazione posteriore. Gli interni, pur semplici, erano funzionali e curati: sedili avvolgenti, cruscotto chiaro e strumentazione completa, con tachimetro, contagiri e indicatori essenziali.

Curiosità interessante: la E21 fu la prima Bmw a prevedere alcune dotazioni oggi considerate classiche, come aria condizionata, chiusura centralizzata, sedili regolabili in altezza e rivestimenti in velluto o pelle. Piccoli dettagli che mostravano la direzione verso una vettura premium compatta, relativamente accessibile ma nel contempo sofisticata.

Il successo fu immediato

Il pubblico rispose con entusiasmo. In otto anni di produzione furono venduti oltre 1,3 milioni di esemplari, consolidando l’immagine di Bmw come costruttore di auto dinamiche e raffinate. La Serie 3 divenne rapidamente un simbolo di status e ben presto diventò per buona parte del mondo l’auto per tutti, o quasi. Anche con motori a sei cilindri.
Le versioni più rare, come la fascinosa 320i Baur Cabriolet, con tettuccio apribile e roll-bar fisso, oggi sono molto ricercate dai collezionisti, insieme ovviamente alle 323i con cambio manuale a cinque marce con doppi fari.

Dalla strada alla pista

La Serie 3 E21 si fece notare anche in pista. Versioni modificate parteciparono a gare turismo e rally locali, e le preparazioni private valorizzavano le grandi potenzialità del motore sei cilindri, il telaio equilibrato e la trazione posteriore. Così grazie a questa vocazione sportiva, la E21 gettò le basi per l’arrivo, nel 1985, della leggendaria M3 E30, che aprì un nuovo capitolo nella storia, con un modello capace di vincere campionati e consolidare il mito Bmw tra gli appassionati di corse.

Qualche curiosità

Oltre alle versioni speciali, la E21 fu pioniera anche sul fronte della sicurezza: fu la prima Bmw sottoposta a crash test continui e sistematici, pratica ancora poco diffusa ai tempi. Sul mercato internazionale, la Serie 3 consolidò tra l’altro il prestigio di Bmw negli Stati Uniti.

Molti film e produzioni televisive degli anni Settanta mostrarono la Serie 3 come simbolo di eleganza e modernità, rafforzando la sua immagine di auto desiderabile e sportiva. I collezionisti oggi cercano principalmente le versioni sei cilindri, i doppi fari e le cabrio, che anno dopo anno vedono rapidamente rapidamente salire il loro valore di mercato.

L’eredità di una leggenda

Quello che stupisce, guardando a quasi cinquant’anni di storia, è la straordinaria continuità e longevità del progetto Serie 3. Ogni generazione, benché ogni volta aggiornata e riprogettata fino all’ultimo bullone, ha in qualche modo mantenuto il Dna originario: compatta, sportiva, elegante, con un sottile fil rouge che non si è mai spezzato: anteporre il piacere di guida a ogni altra cosa.
La Serie 3 E21 ci rammenta che il successo di un’auto non nasce per caso: è frutto di scelte coraggiose e di una filosofia coerente. Ha saputo interpretare le esigenze di una nuova generazione di automobilisti, diventando strumento di identità, compagna di viaggio e simbolo di libertà.

E, forse, oggi con i cambiamenti radicali nel settore automobilistico, quella purezza e quella sintesi perfetta tra leggerezza, design e piacere di guida non torneranno più. Ma resta comunque la speranza che, guardando all’eredità della E21, l’auto del futuro possa ancora emozionare ora come allora. E a distanza di cinquant’anni, la Serie 3 continua a ricordarci che il piacere di guida è un valore senza tempo, capace di attraversare epoche, mode e tecnologie.

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