
La Chevrolet Corvette SS Project XP-6 del 1957 sarà protagonista assoluto dell’asta RM Sotheby’s del 27-28 febbraio a Coral Gables, in Florida. La Super Sport Project è la prima vettura General Motor concepita espressamente per le corse e per gareggiare nelle principali competizioni di endurance internazionali, in particolare la 12 Ore di Sebring (dove fece il suo debutto nel 1957) e la 24 Ore di Le Mans.
La storia che porta alla Corvette SS Project XP-64 inizia nel 1953, quando Harley Earl, designer di punta di GM, presenta al pubblico la prima Corvette al Motorama di New York. Pensata per rilanciare l’immagine sportiva di Chevrolet, la Corvette del 1953 aveva una carrozzeria in vetroresina estremamente innovativa, ma il suo motore a sei cilindri in linea (Blue Flame) e la trasmissione automatica non le rendevano grazia. Nonostante la curiosità iniziale, le vendite non volarono, e solo l’arrivo del V-8 Chevrolet nel 1955 fece intravedere un potenziale più competitivo.
Nel frattempo, un ingegnere belga di nome Zora Arkus-Duntov, appena entrato in Chevrolet, si convinse che la Corvette potesse diventare una vera protagonista nelle gare internazionali, se adeguatamente sviluppata. La svolta arrivò nel 1956, quando la Corvette iniziò a farsi notare nelle competizioni americane, specialmente alla 12 Ore di Sebring, pur con alcune preparazioni private o semi-ufficiali. Tuttavia, si sentiva la necessità di un’auto costruita espressamente per le corse.

Fu allora che Harley Earl, in una mossa provocatoria, arrivò a comprare una Jaguar D-Type per proporre di montarle un motore Chevrolet e correre così con un ibrido “anglo-americano”. L’idea scosse i vertici: Ed Cole, capo ingegnere di Chevrolet, diede a Arkus-Duntov l’opportunità di proporre un progetto interamente “made in GM”, senza dover ricorrere a telaio o soluzioni di un costruttore esterno.
Nacque così, a fine 1956, il Project XP-64, più noto come Corvette SS (Super Sport). Questa nuova vettura da competizione di GM condivideva solo il nome con la Corvette stradale: presentava un telaio tubolare in cromo-molibdeno, carrozzeria in magnesio, sospensioni sofisticate (anteriore indipendente, posteriore De Dion) e un motore V-8 da 4,6 litri con iniezione sperimentale, elementi che anticipavano future evoluzioni sulle Corvette di serie. L’obiettivo era precisissimo: affrontare a viso aperto le più grandi classiche dell’endurance, fra cui Sebring e Le Mans, e dimostrare che Chevrolet poteva competere alla pari con i costruttori europei di alto profilo.

La Corvette SS Project XP-6 debuttò in gara alla 12 Ore di Sebring del 1957. Dopo aver eseguito i test di collaudo condotti (tra gli altri) da campioni quali Juan Manuel Fangio e Stirling Moss, venne affidata in pista a piloti del calibro di John Fitch e Piero Taruffi. Il potenziale mostrato dalla vettura nei test era notevole. Ma al momento della prova dei fatti la Corvette SS fu costretta al ritiro dopo soli 23 giri a causa di problemi di gioventù: surriscaldamento dell’abitacolo, fragilità di alcuni componenti e un inaspettato cedimento di una boccola nel retrotreno.
Oltre al danno la beffa. Perché di li a poco la Chevrolet si trovò a dover interrompere il programma sportivo per via del bando della Automobile Manufacturers Association (AMA), che vietava ogni sostegno diretto alle competizioni da parte delle case automobilistiche americane. Questo provvedimento, approvato pochi mesi dopo Sebring, mise fine ai sogni di gloria che Arkus-Duntov nutriva per la sua “supercar” studiata da zero.
Da lì in avanti, la Corvette SS XP-6 non poté più gareggiare ufficialmente. Rimase per alcuni anni nei reparti tecnici di GM, dove Zora Arkus-Duntov si adoperò attivamente per salvarla dalla demolizione. Una pratica, ahimè, comune per i prototipi dell’epoca. Infine nel 1967 trovò posto all’Indianapolis Motor Speedway Museum. Qui, nel corso dei decenni successivi, fu oggetto di interventi di manutenzione e conservazione e fu esposta in numerosi eventi. Ora, grazie a RM Sotheby’s, questo rarissimo cimelio corre di nuovo verso il futuro, pronto a catturare i riflettori del mercato internazionale.

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