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Esiste davvero una bolla nel mercato delle auto storiche?

di Francesco Pelizzari - 21/11/2025

Bolla mercato auto storiche

“Una bolla nel mercato delle auto d’epoca?” è il titolo del nuovo libro del professor Roberto Giacinti, presentato oggi nello spazio ACI a Milano Autoclassica. Durante la conferenza, moderata dal giornalista Marco Di Pietro, sono intervenuti anche Daniele Turrisi (Broad Arrow), Alessandro Botta (esperto del mercato delle BMW classiche) e Stefano Biondetti (scuderia Biondetti di Firenze). Giacinti, docente universitario ed esponente di AC Firenze, ha illustrato i criteri con cui un economista individua una bolla speculativa, offrendo una chiave di lettura teorica utile per comprendere le dinamiche del settore.

La risposta degli esperti

Alla domanda centrale della conferenza – esiste un rischio di bolla? – la risposta è stata univoca: no. Secondo Giacinti è comunque essenziale saper riconoscere eventuali segnali speculativi, poiché ogni mercato può attirare speculatori. Turrisi ha spiegato che oggi il mercato mostra segnali di assestamento, ma senza alcuna bolla in atto: se vent’anni fa alcuni comportamenti potevano far pensare a rischi di questo tipo, la maturità raggiunta dal settore e la cultura dei suoi operatori hanno fatto da “anticorpi”. Botta ha aggiunto che, dopo 140 anni di storia dell’automobile, la continua nascita di nuovi modelli che diventano “storici” rende improbabile un effetto di bolla simile a quello di altri mercati. I numeri recenti, come il 63% di nuovi utenti Broad Arrow negli ultimi 12 mesi, confermano una domanda solida e in crescita.

bolla mercato auto storiche

Tra teoria economica e passione: il “dividendo emozionale”

Giacinti ha difeso il ruolo dell’economista come osservatore privilegiato, capace di cogliere la visione d’insieme e di anticipare eventuali instabilità, senza però suggerire che una bolla sia imminente. Ha illustrato anche la dinamica classica del fenomeno, citando la cosiddetta “legge del cappello di Napoleone”: valori che salgono rapidamente, attese di guadagno sempre maggiore e un crollo improvviso quando la crescita si arresta. Biondetti ha infine sottolineato un elemento che distingue il mercato delle auto d’epoca da quello finanziario: il fattore emotivo. Il “dividendo emozionale”, come lo definisce anche Giacinti, è parte integrante dell’investimento. Anche quando la rivendita non genera un guadagno economico, l’esperienza e la passione vissuta rendono l’acquisto pienamente soddisfacente, al di là delle logiche di mercato.

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