
Testo di Maurizio Bertera
Dici Autogrill e immediatamente è autostrada, viaggi, soste. Ma dietro il nome, ideato nel 1977, c’è una storia iniziata 30 anni prima lungo le strade di un’Italia che si stava riprendendo dal disastro del secondo conflitto mondiale.
L’idea fu di Mario Pavesi (l’inventore dei biscotti Pavesini) e Angelo Bianchetti, designer e progettista razionalista, specializzato in padiglioni fieristici e architetture pubblicitarie. Già nel 1947, Pavesi aveva aperto un punto vendita sulla Milano-Torino, a pochi passi dallo stabilimento centrale di Novara, per invogliare gli automobilisti a fermarsi lungo il tragitto e ristorarsi. Un’idea così semplice e banale ma geniale.

Visto il successo, Pavesi affida a Bianchetti la costruzione di altri autogrill. L’architetto milanese si ispira ai padiglioni fieristici, riadattandoli al contesto, diverso, delle strade a scorrimento veloce. I ristori di Lainate, Giovi e Varazze, sorti a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta – chioschi a pianta circolare contornati da particolari esostrutture metalliche – hanno poche, chiare caratteristiche: sono ben visibili da lontano e, soprattutto, consentono la vista, dall’interno, delle auto in movimento.
In particolare, la struttura di Villoresi Ovest, costruita nel 1958 sulla A8, ossia la Milano-Laghi, diventa un’icona dell’architettura italiana. Basti dire che nel 1960 il famoso magazine Life gli dedicò un servizio nel numero del 26 settembre con titolo “Italian luxury for export and those at home, too” esaltandone il concetto e la realizzazione.

Ma a cambiare la storia è una spedizione di Pavesi e Bianchetti negli Stati Uniti: viaggiano per le sterminate highway e scoprono le “oasi” automobilistiche della catena Howard Johnson’s. Sono ponti trasversali alla strada, accessibili da entrambe le carreggiate. Il caso vuole che, proprio in quel periodo, Pavesi e Bianchetti stiano pensando a una struttura analoga, la prima del genere in Europa, a Fiorenzuola d’Arda, tra le nebbie della Pianura Padana.

Ragione di più per prendere spunto e accelerare il progetto: dopo quella inaugurata dall’allora sottosegretario Oscar Luigi Scalfaro il 23 dicembre 1959, il duo Pavesi-Bianchetti realizzerà ben undici strutture a ponte, oltre a una settantina di aree di ristoro laterali in tutta Italia e quattro motel.
L’esterno è in acciaio (o in cemento armato), con spazio vendita al piano terra e ristorante con vista in quota. Il panorama, volutamente, non è la natura circostante ma lo spettacolo delle auto, delle moto e dei camion che sfrecciano a tutta velocità sull’asfalto, in un senso o nell’altro. Un successo clamoroso. Ogni struttura a ponte è simile all’altra, ma ognuna ha il tocco in più che la differenzia dalle altre: il solaio aggettante a Novara, i volumi compatti, trasparenti e opachi a Feronia, la gigantesca trave in acciaio, cristallo e cemento a Montepulciano che, tra l’altro, è stata demolita nell’ottobre 2021.
Le strutture a ponte, in qualche modo, sfidano il paesaggio e costringono i concorrenti di Pavesi a emularli. I colossi dolciari milanesi Motta e Alemagna si lanciano nella mischia: è il periodo d’oro favorito dal boom economico e dalla costruzione di nuove tratte autostradali. L’esempio più riuscito è sicuramente il Mottagrill di Cantagallo, alle porte di Bologna (il più grande d’Europa, lungo 70 metri e alto 13), il cui disegno porta la collaborazione del grande architetto Pierluigi Nervi.
Poi arrivano gli anni ’70 con le loro problematiche: il fallimento di Unidal – la società in cui erano state fuse Motta e Alemagna – convince SME (Società Meridionale di Elettricità, facente parte dell’ente pubblico IRI) a creare un pacchetto unico con l’altra controllata Pavesi per fondare Autogrill S.p.A.

Il resto è storia, non sempre brillante, di passaggi azionari e di gestione sino all’ultimo, del 2023: il gruppo svizzero Dufry acquisisce Autogrill, cambiando nome in Avolta, di cui la holding Edizione dei Benetton diventa l’azionista di riferimento. Alla famiglia veneta va dato merito di avere reso Autogrill un attore della ristorazione presente in quattro continenti, leader di mercato con un’offerta unica di prodotti e servizi in tutti i canali di viaggio, dalle autostrade agli aeroporti, dalle stazioni ferroviarie ai musei cittadini.
Ma tutto è partito da un piccolo spaccio di biscotti sulla Milano-Torino, all’altezza del casello di Novara.
In edicola il nuovo Youngclassic di dicembre-gennaio con in copertina tre Alfa rosse dotate del mitico V6 Busso
Quest'anno il Tunnel del Monte Bianco ha compiuto 60 anni: ecco le sfide ingegneristiche necessarie alla sua realizzazione