Sin dall’acquisto dell’Aston Martin alla fine del 1946, David Brown aveva messo la vittoria alla 24 Ore di Le Mans in cima alla lista dei suoi desideri. Il primo passo fu l’acquisizione dei diritti Lagonda e con essi i progetti di un motore a sei cilindri con due alberi a camme in testa, uno degli ultimi progetti di Walter Owen Bentley che avrebbe costituito la base per tutti i successi automobilistici della Casa di Gaydon.
I primi tentativi alla 24 Ore Francese, penalizzati da una cilindrata inferiore a quella delle principali concorrenti, non furono facili: settima nel 1952, ritiri e incidenti nel 53 e 54 e un buon secondo posto nel 1955 dietro alla Jaguar D-Type che aveva motore 3800 cc rispetto al 3000 della Aston DB3S guidata da Paul Free e Peter Collins.
La svolta inizia nel 1956, con lo sviluppo di una nuova vettura progettata da Ted Cutting: la DBR1. L’esordio non fu fortunato ma nel 1957, col nuovo motore tre litri, iniziò a confermare il suo potenziale con le vittorie a Spa, alla 1000 km del Nürburgring e di nuovo a Spa in una gara di tre ore, anche se a Le Mans arrivò un’altro doppio ritiro. Il cambio di regolamento di fine stagione che limitava la cilindrata a 3 litri per le vetture Sport, fu un raggio di sole. Ma anche nel 1958, nonostante la vittoria di Moss e Brabham alla 1000km del Nurburgring, il successo a Le Mans non arriva. Brown non si arrende, però.
Nel 1959 sono tre le DBR1 iscritte alla 24 Ore di Le Mans con un propulsore leggermente rivisto con alesaggio e corsa modificati. Viene studiata una speciale strategia: la vettura numero 4 di Moss e Fairman viene schierata con un motore evoluzione, più potente ma rischioso sulla durata. Nelle mani di Moss la macchina impone un ritmo molto alto alla gara. I concorrenti abboccano e tengono lo stesso passo. Le altre due Aston, invece, proseguono sul passo previsto. Alla sesta ora, dopo 70 giri, il motore della numero 4 cede ma anche altri cominciano ad avere problemi. L’ingegnosa tattica spiana il trionfo di Roy Salvadori e Carroll Shelby – con la DBR1 numero 5 -, seguiti da Maurice Trintingant e Paul Frere – al volante della DBR1 numero 6.
David Brown ha finalmente ottenuto la sua vittoria a Le Mans e l’Aston Martin è anche Campione del Mondo Costruttori. Il successo del 1959 rimarrà l’unico assoluto per la Casa di Gaydon alla maratona della Sarthe. La DBR1 è ufficialmente nell’olimpo delle vetture Sport tanto che nel 2017 diventa l’auto britannica più costosa mai venduta ad un’asta registrando un’offerta di 22,55 milioni di dollari.
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