Il mercato auto in Italia non da segni di miglioramento. Anzi. Il bollettino elaborato dall’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentati Autoveicoli Esteri) sul mercato automobilistico italiano nel 2024 ha registrato un calo delle immatricolazioni dello 0,5% rispetto al 2023 con 1.558.704 vetture immatricolate.
Il lieve calo dello 0,5% registrato dall’UNRAE è l’ennesima conferma di un rallentamento strutturale che caratterizza il settore da diversi anni. Per la precisione da dopo l’epidemia del Coronavirus. Infatti ancor più allarmante è il confronto con il periodo pre-covid, il 2019: le immatricolazioni sono diminuite del 18,7%, corrispondenti a oltre 358.000 unità in meno.
Secondo Michele Crisci, Presidente di UNRAE, le cause di questa crisi sono molteplici: “La mancanza di una politica coordinata e di strumenti adeguati ha frenato lo sviluppo del settore, soprattutto per quanto riguarda le tecnologie a zero e bassissime emissioni. Non possiamo accettare che una politica frammentaria e scoordinata, a livello sia europeo che italiano, si traduca in un peso economico penalizzante per i costruttori”. L’UNRAE sollecita un intervento concreto per evitare che il settore perda ulteriormente competitività.
Nel 2024, le preferenze degli italiani si sono orientate sempre più verso vetture a benzina e ibride. Le auto a benzina hanno raggiunto una quota di mercato del 29% (+0,8 punti rispetto al 2023), mentre le vetture ibride HEV consolidano la loro posizione dominante con il 40,2% di share (+4 punti). Queste ultime si dividono tra le “mild hybrid” (28,4%) e le “full hybrid” (11,8%), segnalando un crescente interesse per le soluzioni intermedie di elettrificazione.
Al contrario, il diesel continua il suo declino, fermandosi al 13,9% di quota di mercato (-3,9 punti). Questa riduzione riflette non solo un cambiamento nelle preferenze dei consumatori, ma anche le sempre più stringenti normative sulle emissioni, che penalizzano questa tipologia di alimentazione, specie nella grandi città come Milano e Roma.
Nonostante le aspettative ottimistiche di crescita, il mercato delle vetture elettriche pure (BEV) ha mantenuto una quota del 4,2%, identica a quella del 2023. Le vendite di dicembre, pari al 5,5%, rappresentano un lieve miglioramento rispetto al mese precedente, ma restano inferiori al 6% registrato nello stesso mese del 2023. Anche le ibride plug-in (PHEV) mostrano una performance deludente, scendendo al 3,3% dell’intero mercato (-1,1 punti rispetto al 2023).
Secondo l’UNRAE, questa bassa penetrazione rappresenta un grave ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dai Regolamenti europei. La carenza di infrastrutture di ricarica, l’assenza di incentivi adeguati e una fiscalità poco favorevole continuano a frenare la transizione verso una mobilità a zero emissioni.
Un altro dato allarmante riguarda l’età del parco auto circolante in Italia, che si conferma tra i più vecchi d’Europa. Oltre il 30% delle vetture appartiene alla categoria pre-Euro 4, con più di 15 anni di anzianità. Questa situazione non solo compromette le performance ambientali e la sicurezza stradale, ma rappresenta anche un freno alla modernizzazione del settore.
Il rinnovo del parco circolante è una delle sfide principali per il futuro del mercato automobilistico italiano, che richiede interventi strutturali e una strategia di lungo termine. La transizione verso una mobilità più sostenibile dovrebbe, almeno in un primo periodo, poter consentire la sostituzione di un Euro 4 con un Euro 6 di ultima generazione, termico o ibrido che sia. Il risultato immediato sarebbe comunque quello di abbattere notevolmente le emissioni perché i veicoli di ultima generazione sono altamente efficienti.
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