
La Mercedes ha avviato i primi test su strada con prototipi equipaggiati con batterie allo stato solido. La Casa tedesca stima un’autonomia di oltre 1.000 chilometri, oltre a maggiore sicurezza e costi più contenuti rispetto alle elettriche che impiegano i tradizionali accumulatori agli ioni di litio.
La casa di Stoccarda ha scelto un muletto basato su una EQS modificata per testare le nuove batterie, sviluppate insieme al reparto Mercedes-AMG High Performance Powertrains che fornisce i motori alla scuderia di Formula 1. La sperimentazione è in corso nel Regno Unito dal febbraio scorso.
L’accumulatore allo stato solido, denominato Solstice, è frutto della collaborazione con Factorial Energy, azienda americana specializzata in questa tipologia di soluzioni. La batteria è basata su un elettrolita solido a base di solfuri.
Secondo Markus Schäfer, capo dello sviluppo del Gruppo Daimler, il nuovo pacco batteria garantisce fino al 25% in più di autonomia. Considerando che la EQS 450+, oggi omologata secondo il ciclo WLTP, e in grado di raggiungere 823 km di autonomia, variante equipaggiata con accumulatore allo stato solido si spinge fino a circa 1.000 chilometri con una sola ricarica.
Oltre all’autonomia, le batterie allo stato solido sono anche più sicure, più leggere, e richiedono meno materie prime critiche, contribuendo a ridurre i costi di produzione.
Durante un evento a Copenaghen, Schäfer ha annunciato che la tecnologia potrebbe entrare in produzione entro la fine dell’anno, anche se una commercializzazione su vasta scala è attesa per il 2030. Oltre a Mercedes, anche Stellantis, Hyundai, Volkswagen, Bmw, Toyota e Nissan sono al lavoro su soluzioni simili.
Il marchio MG, attraverso il manager Chen Cui, ha dichiarato che la MG4 sarà la prima elettrica di massa al mondo dotata di batterie semi-solide.
Ma cosa rende le batterie allo stato solido così speciali? Innanzitutto, è fondamentale capire come sono strutturate. Le batterie tradizionali agli ioni di litio, che alimentano la maggior parte dei nostri dispositivi elettronici e delle auto elettriche, sono costituite da un anodo e un catodo, separati da un elettrolita liquido o gelatinoso.
Quest’ultimo, per quanto efficace, presenta alcune criticità: è infiammabile, soggetto a perdite e limitante in termini di densità energetica. Le batterie allo stato solido, invece, rivoluzionano questo schema, sostituendo l’elettrolita liquido con un materiale solido. Questa semplice, ma fondamentale, modifica porta con sé una serie di vantaggi significativi.
Il passaggio all’elettrolita solido non è solo una questione di “sostituzione”. È un vero e proprio salto di qualità che si traduce in prestazioni superiori e maggiore sicurezza. Il materiale solido, infatti, è molto più leggero del suo corrispettivo liquido o gelatinoso, il che permette di ridurre il peso complessivo della batteria e, di conseguenza, del veicolo.
Ma non è tutto: l’elettrolita solido consente di immagazzinare una maggiore quantità di energia nello stesso spazio, aumentando quindi la densità energetica della batteria. Ciò si traduce in un’autonomia di guida superiore, che è uno dei principali ostacoli all’adozione di massa delle auto elettriche.
Un altro aspetto cruciale è la sicurezza. L’elettrolita solido è intrinsecamente meno reattivo di quello liquido e non è infiammabile. Questo significa che le batterie allo stato solido sono molto meno soggette al rischio di incendi in caso di danni o surriscaldamento, eliminando la necessità di complessi sistemi di sicurezza aggiuntivi. Inoltre, la tecnologia allo stato solido sembra promettere la fine dei problemi di calo di autonomia dovuti alle alte o basse temperature, un inconveniente che affligge le attuali batterie agli ioni di litio, e l’introduzione di tempi di ricarica molto più rapidi.
Vediamo chi sono i produttori di auto che hanno deciso di puntare sulle batterie allo stato solido.
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