
Il Governo Meloni prepara un cambio di passo sulle accise carburanti che rischia di incidere direttamente sulle tasche degli automobilisti.
Nella bozza del disegno della legge di bilancio (ART. 30), infatti, si legge che a partire dal 1° gennaio 2026 scatterà un doppio intervento fiscale: una riduzione di 4,05 centesimi di euro per litro sull’accisa della benzina e, contemporaneamente, un aumento dello stesso importo sull’accisa del gasolio.
Il risultato? Entrambi i carburanti si attesteranno a 672,90 euro ogni mille litri, come confermato nella bozza (QUI per leggere la bozza della Legge di Bilancio 2026).
Una misura che rappresenta un’accelerazione improvvisa rispetto a quanto previsto dal decreto legislativo approvato lo scorso marzo, che indicava un orizzonte temporale di cinque anni per arrivare alla parità tra i due carburanti. Ora, invece, il Governo punta a bruciare le tappe.
Facendo una simulazione con i valori attuali, se la misura entrasse oggi in vigore, il prezzo della benzina scenderebbe a 1,649 euro/litro, mentre il diesel salirebbe a 1,675 euro/litro. Un’inversione storica, considerando che per anni il gasolio è stato più conveniente sia al distributore sia per le percorrenze più lunghe.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Il Codacons parla di “danno evidente per gli automobilisti”, soprattutto alla luce di quanto accaduto con l’aumento delle accise di 1,5 centesimi avvenuto il 15 maggio scorso, che ha generato (tra imposta e Iva) un rincaro medio di 0,915 euro a pieno per un’auto diesel, pari a circa 22 euro in più all’anno per chi effettua due pieni al mese.
Secondo l’associazione, mentre il rialzo del prezzo del gasolio è stato immediato, il calo atteso per la benzina è stato minimo, se non impercettibile. Una disparità che alimenta il malcontento.
I dati parlano chiaro: su un parco circolante di oltre 40,5 milioni di veicoli in Italia, il 42% è a benzina, mentre il 40,9% è a gasolio. Tradotto: circa 17 milioni di auto benzina e oltre 16,6 milioni di auto diesel. A essere penalizzati, quindi, saranno milioni di automobilisti, in particolare quelli che per anni hanno scelto il diesel confidando in una maggiore efficienza e minori costi di gestione.
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