L’alimentazione bifuel a benzina/Gpl (ormai in costante crescita) è un’alternativa accessibile ed ecologica che permette di risparmiare alla pompa riducendo i costi di esercizio. Se confrontato con i prezzi di benzina e diesel, il Gpl continua a costare meno di 1 euro/litro.
Ciò significa risparmiare circa il 40%, nonostante i consumi del Gpl siano leggermente superiori rispetto a quelli di benzina e diesel. Proviamo a fare maggiore chiarezza attorno a questa alimentazione.
Sebbene ci sia ancora della reticenza, va subito chiarito che i moderni impianti a Gpl sono totalmente sicuri, in quanto devono rispettare obbligatoriamente il regolamente ECE/ONU 67-01, che prevede stringenti parametri di sicurezza per quanto riguarda il serbatoio, che deve essere equipaggiato con una valvola che blocca ermeticamente il gas quando l’auto viene spenta, e di una valvola che permette la fuoriuscita del Gpl qualora la pressione interna sia troppo elevata. Il serbatoio può essere riempito solo fino all’80% della sua capienza massima. Un’ulteriore misura di sicurezza.
Per questi motivi le auto con impianto a Gpl successivo al 2001 (sia native che convertite in un secondo momento) possono essere parcheggiate nei garage sotterranei, anche se solo fino al primo piano interrato. Per quanto riguarda i garage privati, come quelli dei condomini, la decisione di accogliere o meno le auto a Gpl spetta al consiglio condominiale.
Le auto a Gpl mantengono il medesimo livello di prestazioni, perché i moderni impianti garantiscono prestazioni del tutto in linea con quelle della benzina, e in alcuni casi addirittura superiori, soprattutto quando si parla di vetture che nascono con sistema bifuel installati in fabbrica.
Le auto native a Gpl sono anche costruite con componentistica di qualità superiore, in particolare per quanto riguarda l’usura delle valvole. La manutenzione ordinaria è, in generale, più costosa per le auto a Gpl soprattutto considerando la sostituzione e il collaudo del serbatoio, da fare obbligatoriamente ogni 10 anni.
Le automobili a Gpl hanno emissioni inquinanti più contenute e in molte regioni italiane godono di esenzioni o riduzioni del bollo, mentre alcune amministrazioni locali consentono la circolazione (a determinate condizioni) anche durante i blocchi emergenziali del traffico o le cosiddette “domeniche ecologiche”.
La rete di rifornimento non è capillare come quella di benzina e diesel ma può contare su oltre 4.500 distributori (anche in autostrada). Rimane però il problema del rifornimento in modalità self service: in teoria il fai da te è stato autorizzato da un decreto del 2014, in pratica rimane impossibile dato che i gestori non hanno adottato i numerosi adeguamenti richiesti dalla norma UNI 11647, che stabilisce le regole di sicurezza e i dettagli tecnici per gli impianti di Gpl con servizio “fai da te”.
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