
Fondata nel 1928 come A.A.S.S. – Azienda Autonoma Statale della Strada, poi divenuta A.N.A.S. – Azienda Nazionale Autonoma delle Strade nel 1946, l’ente ha attraversato tutte le fasi della modernizzazione italiana: dalla costruzione delle prime arterie alla ricostruzione del dopoguerra, fino alla motorizzazione di massa. In filigrana, tra i veicoli esposti, si legge anche la storia dei cantonieri, figure silenziose e indispensabili a cui è dedicato spazio in QUESTO articolo, all’interno di un approfondimento dedicato alle case cantoniere.

Questo percorso allo stand di ANAS inizia con un triciclo degli anni ’30, discendente diretto dei carretti a mano già previsti nel regolamento di servizio del 1922, quando l’ente ancora non esisteva. Era l’attrezzo di chi riparava le strade a forza di braccia, spostandosi con pochi strumenti essenziali.
Più imponente il G.M.C. CCKW 6×6, autocarro americano prodotto tra il 1939 e il 1945 e diventato celebre durante la Seconda guerra mondiale. Con sei cilindri e quasi 92 cavalli, era il mulo dell’esercito statunitense. Nel dopoguerra molti esemplari furono riconvertiti dall’Anas per i lavori di ricostruzione e per la manutenzione invernale, equipaggiati con lame o vomeri. Un mezzo che, come l’Italia di quegli anni, seppe trasformare la meccanica della guerra in strumento di rinascita civile.

Gli anni ’50 segnano la stagione della motorizzazione popolare e dei piccoli mezzi di servizio. La Moto Guzzi Motocarro Ercolino rappresenta l’evoluzione del triciclo cantonieristico: agile, economico, essenziale.
Accanto, la Moto Guzzi Galletto, conosciuta anche come “la moto dei preti o dei medici” perché era particolarmente adatta a un utilizzo anche con vesti lunghe, come il camice o la toga ecclesiastica appunto. Con il suo piccolo e vivace monocilindrico da 159,5 litri, racconta la nuova mobilità del dopoguerra. Gli addetti ANAS la utilizzavano nei loro rapidi sopralluoghi quotidiani lungo la rete stradale nazionale.

E dove il terreno si faceva difficile, specie in alta quota sui passi alpini si fece strada negli anni ’60 la Fiat Campagnola. Robusta spartana accompagnava i cantonieri nei tratti più impervi della rete viaria.

Ma è il Mercedes-Benz Unimog 411.110, datato 1963, a rappresentare il salto di qualità tecnologico. Con motore diesel OM 636 e trazione integrale, venne adattato da ANAS come sgombraneve rotativo.

Equipaggiato con turbina OMER, poteva spostare grandi quantità di neve a distanza, mantenendo aperti i valichi montani anche durante le bufere.

Chiude la rassegna la Autobianchi Giardiniera degli anni ’70, piccola e robusta, con portellone laterale e bicilindrico da 499,5 cc. Era la vettura dei cantonieri che controllavano i tratti di rete nazionale. Nel capiente baule posteriore cui si accedeva tramite il portellone incernierato lateralmente trovavano posto tutti gli attrezzi di lavoro e la segnaletica necessaria al lavoro degli addetti ANAS.

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