
È proprio il caso di dirlo: c’era una volta l’Italia dei motori. Questa volta tocca allo stabilimento di Termoli dove vengono assemblati i motori di Stellantis, che per un altro anno lavorerà a ranghi ridotti, ridottissimi. È stato infatti sottoscritto tra azienda e sindacati un nuovo contratto di solidarietà che va dal 1° settembre 2025 al 31 agosto 2026. L’intesa va a sostituire la precedente, che interessava 900 dipendenti e aveva un ambito più ristretto.
Come abbiamo analizzato in QUESTO nostro recente articolo, l’Italia sta subendo un progressivo impoverimento industriale, che ha un impatto diretto anche sull’indotto. L’incertezza economica e la politica che “sbircia in avanti ma con lo sguardo fisso verso il passato” non aiutano. Secondo quanto dichiarato dalle sigle sindacali la nuova disposizione riguarda i 1.823 dipendenti del sito molisano, che avendo sottoscritto il nuovo contratto di solidarietà, per 12 mesi lavoreranno a un orario ridotto (con tagli del monte ore fino all’80%) e sulla base degli ordini pervenuti.
Stando a quanto riportato da QuiFinanza, per le ore non lavorate interverrà la Cigs (cassa integrazione), che andrà a coprire parzialmente lo stipendio entro i limiti per legge. Mentre per la busta paga, quando scatteranno le sospensioni, la parte dello stipendio persa verrà coperta dall’Inps. Quindi, si tratta di una misura di solidarietà utile per “difendersi dall’attuale contingenza del settore auto”, che però non prevede licenziamenti.
A settembre, quando riapriranno i cancelli dell’impianto, Stellantis e i sindacati predisporranno i calendari che prevedono il monte ore lavorativo, con i reparti interessati e le relative sospensioni.

L’impianto di Termoli è “orfano” delle unità del motore Fire e del cambio, entrambe chiuse lo scorso anno. La fabbrica è in attesa di sapere quale sarà il suo futuro. Nel 2026, la novità più attesa riguarda l’arrivo nell’impianto molisano dei cambi elettrificati eDCT destinati alle vetture ibride e ibride plug-in del Gruppo Stellantis.
I sindacati però aspettano ancora una risposta definitiva sulla Gigafactory e più in generale sulle produzioni che possono garantire un futuro allo stabilimento. Per questo hanno rivolto un appello al nuovo A.D. Antonio Filosa.

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