
Il mondo dell’automobile saluta con profonda commozione Ercole Spada, uno dei maestri silenziosi ma fondamentali del car design italiano. Classe 1937, milanese, progettista di razza e mente razionale, Spada ha lasciato un segno indelebile nella storia dello stile automobilistico, con un linguaggio personale, netto, sempre funzionale. Un design che non cercava l’effetto, ma l’essenza.
La sua firma compare su modelli che hanno segnato epoche e scuole: l’Aston Martin DB4 GT Zagato, la Lancia Fulvia Sport, l’Alfa Romeo Giulietta SZ, la Junior Z, l’Appia GTE, la BMW 5 E34, ma anche le Ford del periodo Ghia e, naturalmente, l’Alfa Romeo Giulia TZ — protagonista della copertina del numero di agosto-settembre de l’automobileclassica attualmente in edicola. Un’opera-simbolo, capace di sintetizzare il suo pensiero progettuale: leggerezza, efficienza, equilibrio.

Diplomato al liceo industriale, entrò giovanissimo in Zagato nel 1960. In poco tempo rivoluzionò il linguaggio della carrozzeria milanese, imponendo un nuovo paradigma che lasciava alle spalle le curve sensuali degli anni Cinquanta per abbracciare forme più scolpite, moderne, talvolta spigolose. Dopo Zagato, seguì esperienze importanti in Ford, BMW e I.DE.A Institute, sempre con lo stesso approccio rigoroso e discreto.
Spada non cercava il palcoscenico: parlava attraverso le sue auto. Nessuna dichiarazione urlata, nessun gesto eclatante. Solo linee ben tracciate, volumi logici e un’armonia che nasceva dal dialogo tra forma e funzione. Un razionalista, sì, ma con una vena poetica che si legge tra i tagli di luce delle sue carrozzerie.
L’Automobileclassica gli rende omaggio ricordandolo per ciò che era: un grande innovatore, un designer che ha saputo interpretare il futuro senza mai rinnegare la propria coerenza. Le sue creazioni vivono ancora oggi nei raduni, nei musei, nelle collezioni più raffinate, ma soprattutto nei cuori di chi ama l’automobile come forma d’arte e cultura.
Grazie, Ercole.

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