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All’asta la prima Porsche 910 del 1966

di Marco Triulzi - 19/05/2025

Nel luglio del 1966, una nuova Porsche dalla carrozzeria affilata e il telaio leggerissimo affrontava i tornanti della Trento-Bondone guidata da Hans Herrmann: era la prima 910 mai costruita, telaio 910001, schierata direttamente dal reparto corse ufficiale. Iniziava così la breve ma gloriosa parabola di uno dei modelli più avanzati e raffinati della casa di Zuffenhausen, progettato per dominare le cronoscalate e le gare endurance con soluzioni tecniche derivate dalla Formula 1. Oggi, dopo una carriera agonistica che l’ha vista vincere a Monza con Rudi Lins e correre in tutta Europa fino agli anni ’70, viene messa in vendita da Bring a Trailer accompagnata da una documentazione storica monumentale e un restauro di livello assoluto.

Una Porsche costruita per volare

La Porsche 910 fu introdotta come evoluzione diretta della mitica 906, e si presentava come un passo avanti netto nella strategia di Stoccarda per imporsi nel mondo delle gare di durata e nelle cronoscalate europee. Derivata dal prototipo Ollon-Villars del 1965, era una macchina pensata per la leggerezza estrema, con un telaio tubolare e carrozzeria in vetroresina, e adottava ruote da 13” con fissaggio centrale come in Formula 1, migliorando notevolmente la rapidità nei pit-stop.

I primi esemplari montavano una versione del flat-six da 2.0 litri con basamento in magnesio, doppia accensione e iniezione meccanica Bosch, mentre versioni successive furono dotate anche del flat-eight per le gare ad alta velocità. La 910 non tardò a imporsi: vinse la Targa Florio del 1967, monopolizzò i primi quattro posti alla 1000 km del Nürburgring dello stesso anno, e divenne simbolo dell’efficienza tecnica e della versatilità Porsche in pista.

Chassis 910001: la prima di tutte

Telaio 910001 è il primissimo esemplare della 910, costruito nel 1966 come vettura ufficiale del reparto corse Porsche e impiegato nei test e nelle competizioni prima ancora dell’avvio della produzione in piccola serie l’anno successivo.  Dopo il debutto con Hans Herrmann nel Campionato Europeo della Montagna, dove collezionò quattro piazzamenti nei primi tre posti, venne affidato nel 1968 a Rudi Lins, che lo portò a ottenere un primo posto di classe e quarto assoluto alla 1000 km di Monza.

Finita la parabola sportiva, nel 1994 entrò nella collezione dell’attuale famiglia venditrice, che ne curò un restauro approfondito. Tra il 2014 e il 2019, il telaio fu riallineato su dima, la carrozzeria riportata alla forma originale rimuovendo allargamenti posteriori e modifiche degli anni ’70, e il comparto meccanico completamente ricondizionato. L’auto è tornata così alle specifiche d’origine, con cerchi in magnesio da 13″, impianto frenante a dischi ventilati, iniezione Bosch meccanica, accensione a doppia candela, cambio manuale a cinque marce e sospensioni a doppi ammortizzatori.

L’abitacolo conserva i sedili a guscio in vetroresina, con cinture a sei punti Schroth, tappezzeria in tessuto nero e rosso, un pomello del cambio in legno e dettagli storici come il retrovisore montato sul parabrezza e l’interruttore di spegnimento elettrico.

Negli ultimi anni, 910001 ha partecipato a eventi di alto profilo come lo Schloss Dyck Classic Days 2019, la Amelia Werks Reunion 2023 e il Greenwich Concours d’Elegance 2024.

Attualmente offerta a Charlotte, North Carolina, la vettura viene accompagnata da un’imponente documentazione: un libro di 207 pagine che ne ricostruisce passo per passo la storia, il FIA Historic Technical Passport, i documenti originali di immatricolazione austriaca e tedesca, e le pratiche di importazione negli Stati Uniti. Prezzo stimato dalla casa d’aste? 1 milione e 500 mila dollari. Ma è una quotazione destinata a salire.

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