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Peugeot dal Gruppo B alla Dakar

di Paolo Matteo Cozzi - 04/09/2023

La tragica scomparsa di Henri Toivonen e Sergio Cresto al Rally di Corsica nel maggio 1986 mise fine alle mitiche vetture del Gruppo B che segnarono un’epoca per poi scomparire essendo considerate troppo pericolose.

Il direttore sportivo di Peugeot dell’epoca, un certo Jean Todt, ebbe l’idea geniale di evolvere il progetto della 205 T16, vincitrice del Campionato del Mondo Rally nel 1985 e 1986, modificandola per poter correre alla Dakar.

Nacque così la 205 Grand Raid, con potenza limitata a circa 380 cv per privilegiare l’affidabilità, serbatoi da ben 400 litri e passo aumentato di 33 centimetri per migliorare la stabilità sulle dune.

L’esperimento si rivelò subito vincente con la vittoria al debutto nel Deserto del Sahara con il finlandese Ari Vatanen nel 1987, seguita da un ulteriore trionfo l’anno successivo a causa di un avvenimento piuttosto curioso. Il 1988 sarebbe dovuto essere infatti il momento perfetto per la promozione dell’ultima nata di casa Peugeot Sport, la 405 Grand Raid, ma quando l’auto si trovava in testa alla carovana ecco che accadde l’inimmaginabile: nel bivacco di Bamako, capitale del Mali, fu rubata perdendo così ogni possibilità di successo. Fortunatamente per la Casa del Leone in quel momento si trovava al secondo posto Juha Kankkunen con la 205 Grand Raid che si aggiudicò la corsa.

Fortunatamente per i francesi la 405 ebbe la possibilità di riscattarsi appena qualche mese dopo alla Pikes Peak, gara in salita in America che in quegli anni vide aumentare esponenzialmente la propria popolarità per la presenza costante di costruttori da tutto il mondo desiderosi di battere il record e assicurarsi un’adeguata pubblicità. Con Ari Vatanen al volante la 405, opportunamente modificata con grandi spoiler per garantire la massima deportanza, segnò l’impressionante record di 10 minuti e 47 secondi compiendo un’impresa oggi divenuta leggenda nel cuore degli appassionati tanto da apparire nel cortometraggio “Climb Dance” che mostra le immagini impressionanti di quella salita. Un video che vi consigliamo di andare a vedere su Youtube.
Testo di Stefano Beloni

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