
La Galleria Caracciolo di Roma, spazio espositivo di Aci e Aci Storico inaugurato lo scorso 27 giugno, si arricchisce di una nuova mostra dedicata alle vetture da corsa che hanno segnato le origini della velocità nel panorama automobilistico. Cinque iconici esemplari, protagonisti delle competizioni dall’inizio del secolo fino al 1960, raccontano l’evoluzione della tecnologia e del design sportivo nell’esposizione intitolata “Alle origini della velocità”.
Alla cerimonia inaugurale hanno preso parte il Gen. Tullio Del Sette, Commissario Straordinario dell’Automobile Club d’Italia, il sub-Commissario Aci Giovanni Battista Tombolato, Flavio Siniscalchi, Capo del Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e Alfredo Storto, Capo di Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Questa iniziativa si inserisce in un fitto programma espositivo che, nei mesi scorsi, ha visto la Galleria Caracciolo ospitare prima una selezione di quattro vetture ultracentenarie del Mauto – Museo Nazionale dell’Automobile, poi cinque prestigiose Maserati appartenenti al Mauto e al Museo Nicolis di Villafranca di Verona per celebrare i 110 anni della casa del Tridente, fino ad arrivare alle moderne vetture impegnate nelle competizioni nazionali ed internazionali con i colori di Aci Team Italia.
L’attuale esposizione, visitabile gratuitamente fino alla fine di maggio, offre un’occasione unica per riscoprire il fascino delle corse automobilistiche nella loro epoca pionieristica.

Tra le vetture in mostra spicca la RMC Seabrook 20 HP Roadster del 1911, raro esempio di sportività dell’epoca edoardiana con un prestigioso palmarès internazionale.
Accanto ad essa, l’Itala 11 del 1925, monoposto avanguardistica proveniente dal Mauto, che testimonia l’ingegno italiano nell’automobilismo sportivo. Questo esemplare, unico al mondo, rappresenta infatti la prima auto da corsa con trazione anteriore, sospensioni a quattro ruote indipendenti ed un motore V12 con compressore volumetrico Roots ed appena 1.050 cc di cilindrata.

A rappresentare il periodo tra le due guerre, uno dei soli sei esemplari mai costruiti dell’Aston-Martin 1-1/2 Litre International Roadster del 1929, ideata da Augustus Bertelli, ingegnere di origini italiane con un passato in Fiat.

La storia del motorismo sportivo italiano è ben celebrata grazie anche alla Cisitalia D48 del 1948, custodita nella Collezione Lopresto, evoluzione della leggendaria D46, che fu protagonista nelle mani di piloti del calibro di Tazio Nuvolari, nel Gran Premio di Monaco, e Piero Taruffi, nel Gran Premio di Bari, sempre nel 1948.

A chiudere questa rassegna storica, la Stanguellini Formula Junior del 1960, con livrea Bardahl, appartenuta allo storico preparatore di Forlì, Ilario Bandini, testimonianza dell’importanza di questa categoria nel panorama delle corse, che ha saputo dare rilievo a piloti della caratura di Lorenzo Bandini e Jim Clark.

Un’esposizione imperdibile per gli appassionati di storia dell’automobile e per chiunque voglia ammirare da vicino autentici gioielli della velocità del Novecento. Per avere maggiori informazioni, consulta il sito clubacistorico.it
In edicola il nuovo Youngclassic di dicembre-gennaio con in copertina tre Alfa rosse dotate del mitico V6 Busso
Quest'anno il Tunnel del Monte Bianco ha compiuto 60 anni: ecco le sfide ingegneristiche necessarie alla sua realizzazione