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Dante Giacosa, l’ingegnere che ha messo in moto l’Italia

di Marco Triulzi - 31/01/2025

Il grande progettista Dante Giacosa può essere considerato il “padre” della motorizzazione di massa in Italia.  Le sue creazioni – dalla Topolino alla 500, passando per la 600 – hanno accompagnato milioni di italiani dal periodo fascista al boom economico, trasformando l’automobile in un bene accessibile a larghi strati della popolazione. Quest’anno ricorrono i 120 anni dalla sua nascita: un’occasione per ripercorrere brevemente la storia di tre vetture-icona che hanno messo in moto il Paese.

La Topolino, la prima auto “quasi” per tutti

Negli anni 30, la Fiat avvia una ricerca per progettare un’auto popolare. Un primissimo tentativo è la 508 Balilla del 1932, auto che trovate protagonista sul nuovo numero de l’automobileclassica. Nonostante gli sforzi, il prezzo di partenza non supera le 10.800 lire, ancora troppe per essere definitiva un’auto realmente alla portata di tutti.  È allora che Giovanni Agnelli affida a Dante Giacosa il compito di disegnare una vettura più piccola e parsimoniosa, col dichiarato obiettivo di Mussolini di fissarne il prezzo a 5.000 lire. Anche in questo caso però le speranze di rispettare quel tetto svaniscono nel momento in cui viene lanciata sul mercato: al lancio, nel giugno 1936, la Fiat 500 “Topolino” si attesta a 8.900 lire. Anche in questo caso, una cifra troppo alta per le tasche di molti operai, ma comunque competitiva in un mercato acerbo di un’Italia ancora agricola e con una popolazione in gran parte povera.

Soprannominata “Topolino” per la linea compatta e tondeggiante che ricorda il celebre personaggio della Disney, mostra soluzioni ingegnose ma allo stesso tempo semplici: motore anteriore a quattro cilindri, trazione posteriore, scocca piccola ma robusta. Pur attraversando anni difficili, dalla dittatura fascista fino alla seconda guerra mondiale, rimane in produzione fino al 1955, superando il mezzo milione di unità vendute. Nonostante l’obiettivo delle 5000 lire disatteso, si può dire che sia lei la prima vera protagonista della mobilità privata in Italia. E con lei, Dante Giacosa ha dimostrato di saper interpretare i desideri di un Paese in cerca di movimento e modernità.

La 600, simbolo del miracolo economico italiano

Nel 1955 (ricorrono quest’anno i suoi 70 anni) arriva la Fiat 600. Il “progetto 100” di Giacosa traduce in realtà l’idea di un’auto compatta (motore 633 cc e trazione posteriore) ma abbastanza spaziosa per quattro persone. Viene venduta a 590.000 lire: una cifra importante, ma affrontabile da un numero sempre più ampio di famiglie.

La 600 si trasforma così nella compagna ideale di milioni di famiglie italiane, che iniziano a viaggiare per lavoro e per diletto in totale autonomia.  I numeri di vendita sottolineano la sua importanza storica: in totale si contano 2.695.197 esemplari venduti in Italia (prodotta dal 1955 al 1969). Una cifra che testimonia come questa piccola berlina abbia effettivamente “messo in moto” un intero Paese e contribuito in modo decisivo al miracolo economico.

La Nuova 500, l’utilitaria definitiva

Non ancora sazia del traguardo raggiunto con la 600, la Fiat decide di puntare su una vettura ancor più economica, adatta a chi ancora non può permettersi l’automobile. Dante Giacosa sviluppa così la Nuova 500, che debutta nel luglio del 1957. Il prezzo iniziale di 490.000 lire, non poi così lontano da quello della 600, si rivela tuttavia poco convincente. A peggiorare la situazione, la configurazione estremamente spartana: nessuna cromatura, bulloni delle ruote a vista, fari privi di cornici; ma soprattutto finestrini laterali fissi con piccoli deflettori come uniche aperture e l’intero tetto in tela, che rende l’abitacolo eccessivamente caldo d’estate e freddo d’inverno.

Le vendite stentano, ma Fiat interviene rapidamente: nell’autunno del 1957 introduce due nuove versioni, una “economica” e una “standard”, più curate nelle finiture (sedili migliorati, una capote più estesa), per andare incontro alle richieste dei clienti più esigenti. Inoltre, l’acquisto a rate – grazie alla SAVA, società fondata già nel 1925 – rende la 500 finalmente abbordabile per molti italiani. Il successo esplode e, nel giro di pochi anni, la piccola di Giacosa diventa un’autentica icona nazionale, al pari della 600. Complessivamente, la Fiat Nuova 500 nei suoi vent’anni di commercializzazione è stata prodotta in 3.770.908 esemplari.

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