
La sostenibilità è anche un’opportunità? Certo, il mondo dell’automobilismo sta attraversando una profonda trasformazione, spinta dall’urgenza di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e dalla crescente consapevolezza dei consumatori verso temi ambientali. Così, quello che un tempo era visto come un vincolo, cioè l’esigenza di cambiare il paradigma di mobilità “costi quel che costi”, oggi potrebbe rivelarsi un’opportunità senza precedenti per l’industria automobilistica.
Provocazione o realtà? Proprio intorno al titolo “sostenibilità = opportunità, come cambia la mobilità” industria e istituzioni hanno dibattuto nei saloni di Automobile Club Milano, durante il convegno promosso dal quotidiano il Foglio e guidato da Umberto Zapelloni.
Come sostengono molti manager dell’automotive, quella che sta avvenendo attorno a noi è una grande rivoluzione, la più grande da quando si è passati dalle carrozze trainate dai cavalli, ai cavalli a vapore.
La sostenibilità non è solo una questione ambientale, ma anche un’opportunità per l’innovazione tecnologica. Le case automobilistiche stanno investendo in nuove soluzioni per rendere i veicoli più efficienti, come materiali leggeri, aerodinamica migliorata e sistemi di recupero dell’energia. Inoltre, lo sviluppo di infrastrutture di ricarica sta creando nuove opportunità di business e generando posti di lavoro.

A fare gli onori di casa Geronimo La Russa, presidente di Automobile Club Milano. “Ritengo che la neutralità tecnologica, sostenuta da AC Milano, e l’uso dei biocarburanti siano necessari per una transizione verso un sistema di trasporto più sostenibile. Ma questo non basta perché nelle decisioni sulla mobilità occorrerebbe avere buon senso”, ha affermato La Russa.
La transizione verso veicoli elettrici, ibridi e a basse emissioni non è più solo una scelta, ma una necessità dettata dalle normative sempre più stringenti e dalla richiesta del mercato. Le case automobilistiche, di fronte a questa sfida, hanno investito ingenti risorse nella ricerca e sviluppo di tecnologie innovative, dando vita a una nuova generazione di veicoli più efficienti e rispettosi dell’ambiente.
Suddiviso in quattro momenti, il convegno ha acceso quattro diversi riflettori su altrettanti titoli: “Transizone ecologica: a che punto siamo?” Ha visto la partecipazione di Michele Crisci, presidente a amministratore delegato Volvo Car Italia e di Fabio Pressi, ad di A2a E-Mobility. “La via tecnologica verso strade più sicure” ha coinvolto Maurizia Bagnato, sales and innovation Director Bosch Mobility, l’ad di Generali Jeniot Alberto Busetto, la dirigente della Polizia Stradale Carlotta Gallo. “Quali alternative all’uso dell’auto personale?” ha visto impegnati Lorenzo Pireddu, General manager di Uber Italia, e Andrea Gibelli, presidente Ferrovie Nord Milano e Asstra. Infine, “Dallo sport alla strada: l’utilità delle competizioni”, ha riunito il campione del mondo rally Miki Biasion, il chief tecnica officer Dallara Aldo Costa e Eugenio Franzetti, responsabile sport DS Formula E.
Il primo tavolo di discussione intitolato “Transizione ecologica, a che punto siamo?” ha avuto come relatori Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Italia e presidente di Unrae, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri e Fabio Pressi amministratore delegato di A2A E-Mobility.
“Il mercato è stagnante per motivi strutturali ossia per gli indicatori economici negativi e un indice di fiducia d’acquisto in discesa. Poi c’è il dubbio dei clienti su quale auto acquistare. La dicotomia tra politica e industria crea un divario di urgenze sempre più ampio in un momento delicato per le esigenze del pianeta. Nel momento in cui i consumatori vanno in confusione si crea un problema a tutta la catena del valore”, ha affermato Michele Crisci.
“In Italia ci sono 56.952 colonnine (dato Motus-E). Paradossalmente in Italia il rapporto tra Battery Electric Vehicle, BEV, e colonnine è il più alto in Europa anche perché le BEV circolanti sono poche (4% delle vendite). Una peculiarità italiana è lo sviluppo di infrastrutture di ricarica lenta insieme con quella veloce. Abbiamo piani industriali di sviluppo della rete a prescindere dalle decisione politiche, perché si tratta di uno sviluppo tecnologico. In Italia il 100 per cento dell’energia erogata dalle colonnine è 100 per cento rinnovabile. Ritengo che la transizione ecologica deve passare dalla collaborazione tra industria dell’auto e dell’energia”, ha affermato Fabio Pressi.
“Oggi il contenuto di tecnologie nelle automobili è variegato e ci sono 7-8 milioni di vetture connesse. Nello sviluppo importante del traffico, la tecnologia ha avuto un ruolo determinante nel ridurre gli incidenti. Le statistiche ci dicono che ciclisti, pedoni e chi viaggia a bordo di un monopattino oggi è particolarmente soggetto a una lesione”, ha osservato Alberto Busetto.
“La tecnologia può aiutare a sensibilizzare gli utenti della strada e a fare educazione stradale. Ricordiamoci che la distrazione è un fattore decisivo come causa dell’incidentalità e la distrazione tramite smartphone è uno dei primi, se non il primissimo elemento, nella causa di incidenti”, ha concluso Busetto.
“Gli utenti della strada dovrebbero avere tutti i sensi reattivi e invece questo non succede, basti pensare a chi corre con le cuffiette e non sente i rumori che lo circondano. In auto vanno invece utilizzati i comandi vocali ma non va mai preso lo smartphone in mano. Guidare un veicolo è una grande responsabilità e ognuno, sia automobilista, pedone, ciclista o motociclista deve rispettare le sue regole”, ha sottolineato la dottoressa Gallo.
“Sei milioni di persone guadagnano attraverso Uber. Sono driver e corrieri”, ha affermato Lorenzo Pireddu. “Negli ultimi anni abbiamo più consapevolezza del nostro impatto. Cinque anni fa Uber Italia copriva due città. Oggi sono diventate 15. Dobbiamo essere accessibili e affidabili. Siamo fieri della collaborazione con i taxi e grazie alla app abbiamo integrato circa 4.500 tassisti. Ma in questo campo l’Italia continua a rimanere indietro: il rapporto Taxi/Noleggio con conducente (NCC) per abitante è il doppio a Madrid e il quadruplo a Parigi. Nel nostro Paese c’è un paradosso: impiegare 3 ore da Milano a Roma in treno e poi magari aspettare un’ora in stazione per prendere il taxi”, sostiene Pireddu.
Andrea Gibelli ha fornito dati interessanti relativi al trasporto su rotaia: “Ferrovie Nord Milano è una società che ha al proprio interno una ventina di società. FNM per conto di Regione Lombardia detiene il 50 per cento di Trenord. Oggi movimentiamo circa 800.000 persone. Se sommiamo la seconda, la terza e la quarta regione d’Italia (Piemonte, Veneto e Lazio) non raggiungono i nostri volumi. Nel 2011 con noi viaggiavano circa 350 mila persone. Favorire il trasporto pubblico significa togliere auto dalla strada. I grandi eventi generano traffico e oggi non sono tarati in modo adeguato. La piattaforma su cui stiamo lavorando si chiama flexi mob. Funziona così: tu prendi il biglietto del concerto e in automatico ti studia tutto l’itinerario da percorrere con diversi mezzi”.
“Il Futuro del Motorsport? Le gare devono essere sempre più spettacolari altrimenti non vengono più seguite. Vanno introdotti dei concetti di livellamento vedi il budget cap della F1. Visto che prima si è parlato di idrogeno e di attualmente stiamo partecipando a un tavolo per organizzare un campionato a idrogeno per il 2030”, ha affermato Costa
Miki Biason ha confermato che sono numerose le tecnologie sperimentate in pista e nel Motorsport andate successivamente a equipaggiare le auto di uso comune. Non solo il cambio al volante che oggi utilizzano tutte le vetture, alle quattro ruote motrici e ai fari di ultima generazione “ma anche le gomme termiche che sono state sviluppate inizialmente per il Rallye di Monte-Carlo”, ha affermato. “Questo a conferma che le competizioni sono utili allo sviluppo delle tecnologie che poi vanno in produzione”.
“Il Motorsport è un acceleratore che ti permette di avere delle risposte in un lasso di tempo inferiore a quello della normale sperimentazione”, ha sottolineato Franzetti.
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