Testo di Andrea Nicoli
Alghero capitale dei WRC. La Sardegna palcoscenico naturale di emozioni per gli amanti dei rally. Nel primo week end di giugno è andato in scena uno spettacolo che da 21 anni si ripete con successo: il Rally Italia Sardegna. Anche quest’anno il sesto appuntamento del mondiale ha regalato immagini che hanno raccontato una sfida tecnica e umana che poche altre gare riescono a trasmettere.
Le strade del nord della Sardegna sembrano fatte apposta per le vetture da rally e solo i migliori riescono ad emergere dalla sfida sull’isola. Dieci anni prima il RIS, acronimo di Rally Italia Sardegna, aveva lanciato uno slogan “jumping in the dust” e i salti nella polvere sono una delle predominanti di questo appuntamento dove solo i grandi campioni riescono a vincere.
La gara organizzata dall’Automobile Club Italia ha visto al via 80 equipaggi provenienti da 33 nazionalità diverse. Ad attenderli 1.035 km e 16 prove speciali ripartite su tre giorni per 266 km cronometrati (25,7%). Il percorso non ha fatto sconti e 12 vetture si sono arrese senza vedere palco di arrivo, ma per tutti gli altri è stato un traguardo che sa di vittoria. La vittoria, quella scritta sull’albo d’oro, porta la firma per la terza volta in carriera, di Ott Tanak e Martin Järveoja con la Hyundai i20N Rally1.
Un’affermazione arrivata con un finale da lasciare senza parole, perché l’estone ha vinto all’ultima curva per soli 2 decimi (è la seconda volta nella storia del mondiale rally che il vincitore chiude con un distacco così minimo) nei confronti di Sébastien Ogier e Vincent Landais sulla Toyota GR Yaris Rally1. Quando ormai per il francese otto volte campione del mondo sembrava fatta, negli ultimi km della prova finale ha pagato una lenta foratura causata da una criccatura del cerchio causata probabilmente da un urto secco contro una delle tante pietre del percorso.
Come sa essere crudele questo sport. Alla partenza dei 7,10 km della prova Sassari-Argentiera Ogier aveva 6”2 sul rivale Tanak, un’eternità in condizioni normali. Gli intermedi in diretta davano il francese in ritardo solamente di un paio di secondi a metà dell’ultimo duello, poi il lento dramma. Ogier è arrivato alla fotocellula finale con 6”4 di ritardo e l’attesa vittoria si è trasformata in un secondo posto. Il primo dei perdenti come si dice in questi casi.
Il nuovo regolamento del World Rally Championship, entrato in vigore quest’anno, ha sicuramente messo in difficoltà noi cronisti e complicato i calcoli ai team manager. Gli equipaggi di vertice che corrono con le WRC Rally1 Ibride da oltre 510 cv, Ford, Hyundai e Toyota, tirano una riga il sabato sera e la classifica delle prime due tappe distribuisce i primi punti ai migliori dieci, solo se poi raggiungeranno il traguardo il giorno successivo.
Domenica si riparte da zero con una classifica che conteggia solo i tempi dell’ultima giornata e anche in questo caso vengono distribuiti altri punti ma solo ai primi 7. Infine l’ultima prova, ribattezzata Power Stage, consegna ancora una manciata dei punti ai primi cinque. Nel caso del rally sardo abbiamo avuto sul podio virtuale di sabato Ogier-Landais (Toyota GR Yaris), Tanak-Järveoja (Hyundai i20N) secondi a 17”1 e terzi Sordo-Carrera (Hyundai i20N) a 2’12”8. Poi nella sola giornata di domenica, il secondo podio, ha visto nell’ordine Neuville-Wydaeghe (Hyundai i20N), Tanak-Järveoja (Hyundai i20N) ancora secondi a 2”5 e Evans-Martin (Toyota GR Yaris) a 14”2.
Sempre domenica la Power Stage ha premiato con i punti finali. Neuville (Hyundai), Tanak (Hyundai) e Evans (Toyota) seguiti da Fourmaux-Coria (Ford Puma Rally1) e Katsuta-Johnston (Toyota). Tutte queste classifiche con i rispettivi tempi hanno decretato una classifica finale generale, che in questo caso non regala altri punti ma solo trofei, con il podio fronte mare sotto i bastioni di Alghero dove risuonava l’inno estone di Tanak-Järveoja, l’amarezza dei secondi Ogier-Landais e i sorrisi dell’altro equipaggio Hyundai Sordo-Carrera.
Il RIS era valevole per 9 titoli mondiali. Oltre FIA WRC Piloti, Costruttori e Team un’altra avvincente sfida vedeva i protagonisti del WRC2, al via con vetture di categoria Rally2 da 300 cv come Citroën C3, Ford Fiesta, Hyundai i20N, Škoda Fabia, Toyota GR Yaris. Qui erano ben 40 gli equipaggi pronti a giocarsi la vittoria. Vittoria che è andata alla giovane coppia finlandese composta da Sami Pajari e Enni Mälkönen (Toyota) con 54”7 sui francesi Rossel-Bolloud (Citroën) e 1’06”7 sugli spagnoli Solans-Sanjuan (Toyota).
Infine molta attesa anche per il FIA Junior WRC, il monomarca aperto ai giovani che corrono tutti con le Ford Fiesta Rally3 da 240 cv. Qui 15 partenti e vittoria al 24enne paraguaiano Diego Dominguez Jr con lo spagnolo Rogelio Penate davanti al 25enne turco Türkkan con Burak a 47”5 e al sudafricano Smart (21 anni) affiancato da Cameron a 1’00”7.
Questo rally non è facile. Per vincere bisogna dosare al meglio la velocità con l’attenzione alla vettura e la gestione dei pneumatici, negli ultimi anni monomarca Pirelli. Se guardiamo in passato i migliori interpreti del Rally Italia Sardegna sono sempre stati i futuri campioni del modo. Su tutti i due francesi Sebastien Loeb e e Sebastien Ogier, rispettivamente nove volte e otto volte campioni del Mondo.
Entrambi si sono aggiudicati 4 volte il RIS, seguiti dalle tre vittorie di Thierry Neuville, ora raggiunto in questa classifica dal compagno di squadra 2024 Ott Tanak. Un piccolo neo, manca ancora un nome italiano in questa “hall of fame”, speriamo arrivi presto. Quest’anno il migliore è stato il giovane portacolori di Aci Team Italia Roberto Daprà (23 anni) assieme a Luca Gugliemetti. Il trentino al debutto nel mondiale con una vettura 4×4 che ha chiuso al nono posto tra gli iscritti al WRC2 con la Škoda Fabia Evo.
Unanime consenso positivo per questa 21esima edizione del rally isolano che è tornato a fare sede ad Alghero, dopo l’alternanza con Olbia. Nel 2004 la nostra Federazione aveva deciso di spostare la tappa italiana del mondiale rally da Sanremo alla Sardegna, da tutto asfalto delle ultime edizioni alla terra. In questi anni si è sempre lavorato per rendere sempre più esclusiva, appassionante e sicura la nuova location. L’ACI, la Regione Sardegna, il pool di partner ha creduto in un grande lavoro di squadra coordinato da Antonio Turitto.
Qualche numero. Nell’edizione appena conclusa sono state coinvolte nell’organizzazione 1.000, ben 400 commissari di percorso sono stati impegnati nei tre giorni del rally, 130 le unità del personale sanitario con esperienza specifica di motorsport con 52 mezzi di soccorso. Rimanendo sulla sicurezza ricordiamo anche i due elicotteri e gli 80 mezzi di intervento tecnico. Senza dimenticare cronometristi, apripista, delegati tecnici… un vero e proprio esercito per garantire la migliore riuscita. Così è stato.
Nessun ritardo sulla tabella di marcia, nessun incidente degno di nota e tutte le 16 prove speciali in programma sono state disputate. Ben pochi rally possono fregiarsi di questi risultati. Tanti sono stati anche gli appassionati arrivati in Sardegna, mentre chi è rimasto a casa ha potuto godere di una copertura stampa e televisiva (300 i media accreditati) più che mai capillare.
Come ha ricordato il Presidente di ACI Angelo Sticchi Damiani: “Una sinergia che si consolida nel tempo, tra Automobile Club d’Italia con la Regione Sardegna e tutte le altre realtà del territorio. Questo è il connubio vincente ha portato nel tempo il Rally Italia Sardegna ad essere la gara più ammirata e considerata dell’intero calendario del Campionato del Mondo Rally. Da una parte la bellezza infinita di un luogo che grazie agli eventi organizzati da Automobile Club d’Italia è diventata sempre più competitivo nello scenario mondiale, affermandosi a livello internazionale anche come ‘Isola dello Sport”.
La prossima gara in calendario è il Rally di Polonia a fine giugno, che segna il giro di boa della stagione composta da 13 tappe. Al momento la classifica vede nella corsa al titolo piloti/copiloti Neuville-Wydaeghe a 122, Tanak-Järveöja a 104 come Eavan-Martin seguiti da Ogier-Landis a 92 e Formoux Coria a 74. Tra i costruttori Hyundai comanda con 269 punti seguita a da Toyota a 256 e Ford Motorsport a 131.
Dopo la veloce terra polacca si rimane su questo fondo con i rally in Lettonia, Finlandia, Grecia e Cile, prima di tornare sull’asfalto con il Central European Rally (Repubblica Ceca-Austria-Germania) e la chiusura a fine novembre in Giappone. Poi dal 2025 entrerà una grossa novità, il Rally Saudi Arabia presentato proprio ad Alghero davanti al presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem e al presidente di ACI Angelo Sticchi Damiani.
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