Testo di Andrea Nicoli
All’inizio di dicembre si pensa alle feste, ai regali, alle vacanze imminenti ma il mondo dei rally aspetta questi giorni per scoprire quali saranno i protagonisti di una gara, un evento, una manifestazione mai banale: il rally che si svolge all’interno dell’Autodromo Nazionale di Monza. Quasi mezzo secolo di sfide particolari come già nella prima edizione del 1978 caratterizzata da un’improvvisa nevicata. Nel lontano 1978 e a vincere furono Federico Ormezzano e Renato Genova con la Porsche 911 Gruppo 3, non la vettura più potente ma il funambolico “Tramezzino” (il soprannome di Ormezzano) fu il più veloce a mandare un meccanico a Biella, nell’officina del preparatore, a recuperare 4 gomme chiodate e vinsero.
Da quel lontano inverno del 1978, con i vialetti del parco imbiancati a qualcosa di simile per difficoltà nel piovoso primo week end di dicembre del 2023 dove a salire sul gradino più alto del podio è stata la coppia, in abitacolo e nella vita, Andrea Mabellini e Virginia Lenzi. La coppia bresciana 24enne lui e 25enne lei, proprio su queste strade hanno vinto il primo rally del Campionato Italiano Assoluto, al debutto con la nuova Škoda Fabia Rally2. Una sorta di incoronazione dopo una buona stagione nel Campionato Europeo Rally e una vittoria a Piancavallo nel Campionato Italiano Rally Asfalto.
Una vittoria ancora più bella perché alle sue spalle è arrivato a 5”1 un’icona del rallysmo nazionale, un certo Paolo Andreucci, 15 titoli italiani in bacheca e per la terza volta consecutiva vincitore del Campionato Italiano Rally Terra. Ultimo dettaglio importante, il giovane Mabellini come il sempreverde 58enne Andreucci avevano la stessa vettura e gli stessi pneumatici MRF.
ACI Sport, la federazione nazionale, organizza tre campionati italiani: CIARS (campionato Italiano Assoluto Rally Sparco), CIRA (Campionato Italiano Rally Asfalto) e CIRT (Campionato Italiano Rally Terra). Quest’anno nell’ordine i vincitori sono stati Andrea Crugnola e Pietro Ometto con la Citroën C3, Simone Campedelli in coppia con Tania Canton con la Škoda Fabia Evo e Paolo Andreucci con Rudy Briani al volante di un’altra Škoda Fabia Evo Rally2. Tre serie parelle con tre campioni diversi, ma finalmente sul terreno misto terra-asfalto di Monza, gara valevole sia per il CIARS sia per il CIRT i neo campioni 2023 Crugnola e Andreucci hanno avuto modo di scontrarsi in una sorta di super duello finale liberi da pressioni.
Questa sfida tra i migliori in realtà è durata pochi km. Venerdì all’ora di pranzo l’antipasto del Rally Monza 2023 è servito con i 2,5 km della prima prova speciale: miglior tempo per Andreucci-Briani e secondi Crugnola Ometto con un ritardo di 1”4. Peccato che già nella prova successiva Andrea Crugnola abbia dovuto alzare bandiera bianca. Il Varesotto ha pagato 15”, tanti in soli 7,3 km. Il problema non è meccanico o frutto di un errore è che il neo Campione italiano assoluto ha sofferto il riacutizzarsi del dolore a un polso recentemente rotto all’ultimo Rallye di Sanremo e poco dopo è arrivato l’amaro ritiro.
Fermo Crugnola per Andreucci il Rally Monza 2023 non è stata una passeggiata: anzi. Durante un week end condizionato dal maltempo, che ci ha messo lo zampino danneggiando sempre più il fondo sterrato che presto è diventato quasi un campo militare l’attenzione si è spostata sulla bella sfida generazionale tra il 58enne Paolo Andreucci, pluricampione terra e asfalto in una carriera incredibile e il “nuovo che avanza” il giovane 24enne Andrea Mabellini.
Alla fine i due piloti entrambi al volante delle nuove Škoda Fabia RS gommate dall’indiana MRF, si sono equamente divisi le vittorie parziali, tre a testa, ma alla fine Mabellini-Lenzi hanno vinto con un vantaggio di soli 5”5 su Andreucci-Briani. Per il bresciano questa è stata la prima vittoria assoluta nel CIARS, primo posto che segue quello conquistato un paio di mesi prima al Rally di Piancavallo valevole per il CIRA.
Andrea Mabellini arriva da un’esperienza in pista dove è stato in giovanissima età tra i protagonisti del Campionato 695 Abarth ma alla maggiore età è passato ai rally con un rapido percorso nazionale e internazionale. Nel 2020 si era messo in mostra con la Fiat 124 Abarth RGT, secondo di classe nel Campionato Europeo Rally. Nel 2021 ha messo la firma nel monomarca Renault sempre nell’Europeo e l’anno scorso ancora con la Clio Rally4 ha vinto il Campionato Due Ruote Motrici in Italia e ha chiuso al secondo posto in Europa. Quest’anno il grande salto tra le 4 ruote motrici sempre nell’Europeo assieme a qualche presenza nelle nostre gare.
Con la Škoda Fabia Evo ha lavorato con MRF e si è tolto qualche soddisfazione vincendo alcune prove speciali contro i più esperti e blasonati campioni internazionali ma è ancora mancato l’acuto che invece ha raccolto in Italia vincendo a Piancavallo (Pn), Pistoia e Monza (Mb) e sfiorando lo stesso risultato al Rally della Lana (Bi) e al Rally 1000 Miglia (Bs). Adesso la speranza sua e di tutti gli appassionati è di rivedere la coppia Mabellini-Lenzi ritornare a lottare nell’Europeo perché abbiamo voglia di rivedere il Tricolore sul gradino più alto del podio perché ormai manca da troppi anni.
Sul podio assieme a Mabellini-Lenzi e Andreucci-Briani sono saliti anche Tommaso Ciuffi e Pietro Cigni, anche loro su Škoda Fabia ma Evo, a soli 11”2 dai vincitori. Il 30enne fiorentino figlio d’arte ha concluso così al terzo posto un ottimo Campionato Italiano Terra a solo mezzo punto dal russo Nikolay Gryazin protagonista delle gare del WRC2. Dopo otto prove speciali sempre più difficili a causa delle condizioni meteo e dal fondo al limite dell’impraticabilità hanno stretto i denti e chiuso fuori dal podio Andolfi-Gonella e Oldrati-Ciucci, anche loro tra i migliori in stagione nei rispettivi campionati Assoluto e Terra.
Sabato sera al calare del sole hanno festeggiato i titoli nazionali anche Rachele Somaschini vincitrice del Campionato Italiano Femminile con la Citroën C3 e Davide Pesavento il migliore della pattuglia di Aci Sport in gara con la Renault Clio Rally5 che ha conquistato il Campionato Italiano Junior e il ricco montepremi che sarà fondamentale per provare a costruire un futuro da professionista a livello europeo, cercando di imitare altri coetanei che hanno fatto bene a livello internazionale come appunto Andrea Mabellini o Roberto Daprà.
Anche il trentino Daprà anche lui neo campione europeo Due Ruote Motrici a Monza si è regalato il debutto con una Škoda Fabia 4×4 e prima di accusare dei problemi che lo hanno portato al ritiro era incredibilmente quinto assoluto. A Monza hanno festeggiato anche Matteo Fontana e Alessandro Arnaboldi, primi tra le vetture a due ruote motrici (20esimi assoluti) con la Peugeot 208 Rally4 e vincitori del Campionato Under 25 tra le tuttoavanti dopo una stagione nel WRC RC4.
Nel Rally di Monza misto terra-asfalto, un mix presente in tutte le prove, quest’anno meno campioni della pista si sono voluti mettere in gioco. Anche alcuni vip del passato sono rimasti al caldo sul divano di casa. Tra i migliori bisogna però ricordare Marco Bonanomi e Luca Rossetto, sempre su Škoda. Il 38enne protagonista dei Campionati di F3000, GP2 e GT internazionali, tra i piloti ufficiali di Audi con un podio alla 24 Ore di Le Mans, ha chiuso “solo” al 12esimo posto dopo aver perso molto tempo nelle prime prove ma, da gran professionista non ha mollato e si è tolto la soddisfazione di far segnare il miglior tempo nell’ultima prova speciale davanti a Andreucci e Mabellini in lotta per la vittoria. Se invece guardiamo la sola classifica finale il primo “pistaiolo”, ma che in realtà con un passato anche nei rally, troviamo Kevin Gilardoni e Corrado Bonato noni e Lorenzo Bontempelli con Alessandro Mattioda undicesimi tutti con le Škoda Fabia.
Chi scrive si permette di fare una premessa. Delle 44 edizioni ne ha viste 43, di cui una decina corse. Questo solo per dire l’effetto magnetico ed esclusivo che questa gara ha su tante persone che si sono avvicinate ai rally con una gara vicino a casa. I primi anni si è sempre corso nei vialetti con qualche piccola presenza in circuito. La terra e le piante del parco richiamavano da vicino le corte Micky Mouse, così chiamate le prove speciali del RAC il rally mondiale che si corre in Gran Bretagna, che alterna lunghi tratti cronometrati nei boschi a corti e suggestivi passaggi nei parchi inglesi a beneficio del pubblico. Per tanti anni non ha avuto una validità e questo ha permesso di vedere al debutto vetture non ancora omologate, prototipi o auto provenienti da altre specialità. Si ricorda ancora oggi il fragoroso urlo dei sei cilindri delle Lancia Stratos ma anche l’otto cilindri dell’esclusiva Ferrari 308 Imsa realizzata da Michelotto, che ricordava nelle forme la 512 BB-LM da pista con Lele Pinto e Loris Roggia o il cinguettio della valvola wastegate dell’Alfa Romeo Alfetta GTV Turbo per la prima volta impegnata su strada.
Poi le prove nel parco sono diventate poco tolleranti dai verdi e anche per facilità logistica il rally è passato al solo asfalto dell’autodromo nelle tre piste disponibili: la classica di 5,800 km dove si corre anche la Formula 1, il vecchio anello della Junior da 2,4 km e lo storico anello di velocità con le vetuste sopraelevate inclinate a 80° che una volta permettevano, senza chicane, di raggiungere i 300 km/h di velocità. Girate e rigirate, intersecate e ripetute più volte il Rally di Monza metteva sul piatto km e km di gara con un circuito che tra inversioni e chicane era diventato una lunga prova speciale.
Con questa configurazione, e sempre con lo spirito esclusivo di voler stupire, si sono viste Ferrari e Porsche da pista, Bmw e Alfa Romeo da Turismo e Superturismo, vetture da rally diventate dei prototipi lavorando sulla leggerezza, aerodinamica e libertà del turbo. In questi anni la sfida diventava sempre più aperta per i migliori preparatori nazionali. Poi anche qui si è rientrati in una sorta di normalità tecnica imposta dall’uniformità dei regolamenti nazionali e internazionali. Attenzione: senza perdere la sua spettacolarità perché al Rally di Monza sono poi arrivate le ultime WRC da 350 cavalli del Mondiale Rally. Sì perché nel 2020 e 2021, gli anni difficili del Covid, l’Autodromo di Monza ha ospitato una buona parte del rally mondiale di fine stagione, quello che ha visto la vittoria di Sébatien Ogier e Julien Ingrassia con la Toyota Yaris WRC.
Tra gli argomenti che hanno sempre tenuto vivo l’interesse di questo rally atipico è stata la presenza di campioni del mondo dei rally ma anche della pista fino alla Formula 1. Un duello che poi è diventato un triello perché a Monza non sono voluti mancare anche i campioni delle due ruote, pista e cross. Il Monza Rally che nel frattempo si chiamava anche Monza Rally Show faceva storcere il naso a qualche purista ma alla fine le tribune stracolme e le seguitissime dirette televisive hanno dato ragione a certe scelte innovative.
Se guardiamo l’albo d’oro dopo le 4 vittorie di Federico Ormezzano, troviamo tanti campioni dei rally in autodromo come Adartico Vudafieri, Fulvio Bacchelli, Attilio Bettega, Dario Cerrato, Andrea Zanussi, Gianfranco Cunico, Alex Fiorio, Andrea Dallavilla, Renato Travaglia e Andrea Crugnola. Se invece estrapoliamo dalle classifiche i “pistaioli”, troviamo Marco Brand, Nicola Larini, Giorgio Francia, Marco Spinelli, Dindo Capello e l’eterogeno (rally-pista) Robert Kubica.
Non hanno vinto ma hanno lasciato il segno in zona podio anche ex piloti di Formula 1 del calibro di Jean Alesi, Ivan Capelli, Alex Zanardi o abili piloti GT come Fabio Babini, Marco Bonanomi, Costantino Bertuzzi, Giancarlo Fisichella, giusto per ricordarne qualcuno.
Negli ultimi 25 anni il Rally di Monza era diventato terreno di caccia anche per i motociclisti. Chi non ha applaudito le sette vittorie di Valentino Rossi, sempre al via con vetture prestigiose, ma anche la presenza appassionata di Loris Capirossi, Marco Simoncelli e Tony Cairoli. Come dicevamo un rally sicuramente anomalo, diverso nella sua tipologia di prove come nelle bagarre dei sorpassi tra le chicane della lunga prova Grand Prix, ma che ha richiamato anche campioni del WRC di tre generazioni come Björn Waldegard, Didier Auriol, Miki Biasion, Andrea Aghini, Colin McRae, Dani Sordo, Thierry Neuville, Sebastien Loeb (vincitore nel 2011 con a fianco la moglie Severine). Tutti forse scettici all’inizio, ma con il sorriso stampato in viso alla fine del week end. Il fascino del parco e della fredda nebbiolina di dicembre.
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