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Lunga vita alle batterie delle auto elettriche

di Redazione - 09/01/2025

Testo di Mattia Eccheli

Le batterie delle auto elettriche potrebbero durare più di quanto stimato finora. Anche fino quasi al 40% in più: 38% per la precisione, il parametro massimo raggiunto. Significa che i proprietari beneficerebbero di anni aggiuntivi di guida a zero emissioni senza essere costretti a sostituire l’accumulatore, che rappresenta uno dei costi maggiori di un’auto BEV. Secondo l’analisi della DAT incidono per 14.000 euro sui 23.600 che costituiscono il prezzo della Fiat 500e.

Il costo è sceso del 90%, ma incide ancora per un terzo sul prezzo delle auto

Su un altro modello del gruppo Stellantis, la Opel Corsa e 100 valgono 11.000 su 30.650 euro, mentre su una Tesla Model 3 pesano ancora meno: quasi 13.500 su 46.500. Altri due esempi sono la Volkswagen ID.3 Pro S (19.600 su 42.600) e la Hyundai Kona (12.250 su 44.550). Anche per questo lo studio dei ricercatori dello SLAC-Stanford Battery Center, la joint venture californiana tra il Precourt Instite for Energy dell’Università di Stanford e lo SLAC National Accelerator Laboratory pubblicato da “Nature” è importante.

L’analisi ha accertato il possibile ciclo di vita più duraturo degli accumulatori, che malgrado una flessione dei prezzi del 90% negli ultimi 15 anni continuano a gravare per almeno un terzo sul costo di un veicolo elettrico. Il gruppo di ricerca ha esaminato per oltre due anni 92 batterie agli ioni di litio per un totale di 47 profili di utilizzo. “La guida reale con accelerazioni frequenti, frenate che caricano un po’ le batterie, fermate per entrare in un negozio e il riposo di ore delle batterie – ha osservato Simona Onori, professore associato di scienza dell’energia e dell’ingegnerizzazione – contribuisce a far durare più a lungo di quanto pensassimo gli accumulatori”.

Gli attuali test di laboratorio giudicati non attendibili per prevedere il ciclo di vita

I test di laboratorio sul ciclo di vita delle batterie vengono eseguiti con velocità costanti di “consumo” seguite da una ricarica. Si tratta di operazioni accelerate per apprendere quanto prima possibile se un nuovo design è valido o meno. Secondo lo studio “questo non è un buon modo per prevedere l’aspettativa di vita delle batterie dei veicoli elettrici”, in particolare per chi li utilizza negli spostamenti quotidiani. Guidare è “salutare” per le batterie: “Per i consumatori che usano i loro veicoli per recarsi al lavoro, andare a prendere i figli, fare la spesa, ma per lo più non li usano o addirittura non li caricano, il tempo diventa la causa predominante dell’invecchiamento rispetto al ciclismo”, ha suggerito Alexis Geslin. “Lo studio – informa una nota – identifica un tasso medio di scarica ottimale per bilanciare l’invecchiamento temporale e l’invecchiamento del ciclo”.

L’analisi ha permesso di stabilire che esso rientra in una finestra di utilizzo verosimile tanto che “le case automobilistiche potrebbero aggiornare il software di gestione delle batterie dei veicoli elettrici per sfruttare le nuove scoperte (i ricercatori hanno elaborato un algoritmo specifico, ndr) e massimizzare la longevità della batteria in condizioni reali”.

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