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New York, una Ferrari da 56 milioni di euro

di Redazione - 10/11/2023

Andrà all’asta nella Grande Mela il prossimo 13 novembre e promette di diventare, per chi se lo può permettere, una tentazione con pochi eguali al mondo: la seconda creatura di Maranello più pagata di sempre. Il prezzo di chiusura atteso? Ben 60 milioni di dollari, cifra che si alleggerisce appena di qualche “unità” se convertita in euro. A tenere la vendita all’incanto un monumento come RM Sotheby’s, che sul proprio sito la definisce semplicemente “The One”.

Questione di motore

Naturalmente l’oggetto del desiderio non può che rivelarsi una vettura da competizione del magico periodo a cavallo fra gli anni 50 e 60, una straordinaria GTO Tipo 1962 dalle caratteristiche documentatissime e inattese. Per cominciare, perché non definirla tramite la tradizionale denominazione numerica? Si può omettere, dal momento che la Rossa “regge” la sigla 330 o 250 a seconda del propulsore adottato nei diversi momenti della sua esistenza, senza mai cambiare la carrozzeria e il telaio numero 3765. E proprio qui emerge il carattere irripetibile dell’esemplare: nato con il 3.0 V12 Colombo (come da progetto iniziale della 250 GTO a passo lungo), fu modificato quando gli organizzatori di Le Mans introdussero una classe da quattro litri, immediatamente seguiti da chi gestiva le competizioni di Sebring, Targa Florio e 1000 km del Nürburgring.

L’unica con cilindrata maggiorata

L’auto all’asta risulta dunque la sola della sua tipologia equipaggiata “in fabbrica” con la cubatura maggiorata, come pure il singolo esempio del suo lotto che abbia corso sotto le insegne ufficiali della Scuderia Ferrari, alla 1000 km del Nürburgring del 62. Seguì (nel novembre dello stesso anno) il primo passaggio di proprietà a favore di un privato, che richiese a Maranello… di ripristinare la configurazione tre litri! La vettura acquisì così il suo terzo motore, codice interno 670/62E, che monta ancora adesso. Si racconta perfino che, per assicurarsi che la conversione fosse stata condotta al meglio, il collaudatore John Surtees la provò personalmente all’Autodromo di Modena.

Dall’Europa agli Stati Uniti

Il proprietario partecipa poi alla Trieste-Opicina del 64, ma si trattava solo dell’inizio di una carriera italiana che vide la 3765 in Sicilia, dove partecipò fra l’altro alla Targa Florio del maggio 1965, prima di tornare nelle mani della Casa all’inizio del 1967. Rapidamente seguì un nuovo intestatario, che la volle vestita di giallo in luogo dell’originario Rosso Cina e, soprattutto, ne ordinò il trasporto in California. A questo punto le vicissitudini si spostarono interamente Oltreoceano, con diversi passaggi di mano ma un solo possessore dal 1985: un collezionista dell’Ohio che l’ha religiosamente manutenuta per 38 anni prima di cederla per l’asta.

La n.14 di 34

Nel frattempo non si sono contate le partecipazioni ai concorsi di eleganza, fin dal 1990, con una menzione speciale per un’esibizione celebrativa delle GTO tenutasi a Pebble Beach nel 2011. Per la cronaca, tutte le “Tipo 1962” ammontano complessivamente a 34 unità, e questa rappresenta la quattordicesima. Un ulteriore motivo di pregio, se ve ne fosse stato bisogno. Ecco perché gli americani, come sempre pragmatici, non esitano a definirla “l’unica”. Per il gaudio di chi è destinato ad aggiudicarsela…

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