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Rolls-Royce Spectre, la prima elettrica della casa di Goodwood

di Redazione - 12/11/2024

Testo di Mattia Eccheli

In teoria la Rolls-Royce Spectre è un’auto di serie. Un termine riduttivo considerato il marchio che con poco più di 6.000 unità commercializzate (6.032 per l’esattezza) ha raggiunto nel 2023 il primato di storico in termini di volumi in 119 anni di storia. Ma è praticamente impossibile trovarne due identiche in circolazione. La Spectre è la prima elettrica della Rolls-Royce, il blasonato costruttore britannico controllato dal gruppo bavarese Bmw. Il primo prezzo – parlare di “modello base” è quasi offensivo – è di 410.000 euro, tasse incluse. E a Goodwood, dove si trova il quartier generale dello Spirit of Ecstasy, non hanno in ogni caso dimestichezza con consegne di vetture che costino meno di mezzo milione. Non solo della Spectre, che non è nemmeno la più “economica”.

Le portiere si aprono “controvento” e si chiudono schiacciando il freno

Guidarla in Francia, nei dintorni dello Chateu La Coste, una tenuta da 200 ettari un po’ museo e un po’ vigneto, sembra non sorprendere nessuno. Come se vedere una Rolls-Royce per strada fosse ordinario. La Spectre è una generosa, molto generosa, due porte con apertura “controvento”: una volta seduti in poltrona (sedile non rende l’idea) basta schiacciare il pedale del freno e la portiera si chiude. Misura 5,4 m di lunghezza e li dimostra tutti. Seduti al volante si farebbe quasi fatica a rilevare la fine del cofano se non fosse per il riferimento della tranquillizzante statuina (a scomparsa) che incarna e rappresenta il marchio più lussuoso che ci sia.

Pesa quasi 2.900 kg: anche quelli si avvertono tutti. Non ci sono modalità di guida fra le quali selezionare, al massimo di può intervenire sul livello di rigenerazione dell’energia: dal punto di vista dei motori la Spectre è quella e basta. Con una batteria agli ioni di litio da 102 kWh è accreditata di un’autonomia fino a 530 chilometri e di un’accelerazione da 0 a 100 in 4,5” grazie ai motori anteriore e posteriore che erogano complessivamente 584 Cv e 900 Nm di coppia. Anche quelli si sentono. Tutti. Peccato non poterli sfruttare, perché anche Oltralpe pare che la Polizia sia piuttosto pignola sui limiti. Il consumo dichiarato è tra 22.2 e 23.6 kWh/100 km, quello rilevato dal computer di bordo è di 24.8 dopo 85 chilometri. È molto probabile che questo sia una di quei dati meno richiesti da chi guida una Rolls-Royce, che è talmente ricco da potersi permettere di cambiarla anziché caricarla.

Il passo è di poco inferiore alla lunghezza della prima Fiat Panda

A trazione integrale e con quattro ruote sterzanti, anche la Spectre – fanno sapere i tecnici della casa di Goodwood – è guidata personalmente (eventualmente anche in modo semi autonomo per effetto delle funzioni di livello 2 “hands free”) da chi la acquista, che rinuncia al quasi proverbiale autista. È comprensibile, anche se malgrado un passo di oltre 3,2 metri (la prima Fiat Panda arrivava a 3,38 metri) sia rigorosamente a quattro posti, perché a bordo si sta mostruosamente comodi e ci si sente blindati. Oltre a essere silenziosa di suo, la “macchina” (le virgolette sono sempre d’obbligo) ha un abitacolo molto ovattato. A bordo manca praticamente niente (quello che non c’è si può comunque richiedere), anche se la Spectre è la sola vettura della gamma a non poter disporre del frigo per lo champagne, che i danarosi proprietari dovranno accontentarsi di acquistare alla prossima cantina.

È un’auto da sogno: ogni cosa è ispirata al lusso, incluso il famoso ed esclusivo tetto “stellato”, che la divisione Bespoke può personalizzare in ogni modo possibile. C’è chi, ad esempio, ha voluto il logo della propria squadra di calcio preferita. Ogni cosa ha il suo prezzo e un dettaglio come questo vale quanto una Dacia Spring. Ma Rolls-Royce è proprio questo: l’essenza dell’esclusività che non può nemmeno venire definita oltraggiosa dato che è sostanzialmente impossibile veder circolare le auto con Lo Spirit if Ecstasy. E quasi solo davanti al Casinò di Montecarlo si riesce a scorgerne un paio in sosta all’aperto per lasciare ai comuni mortali l’opportunità di curiosare.

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