Testo di Saverio Villa
La sorella maggiore della CX-60 ha tanto spazio in più, può ospitare fino a sette occupanti e ripropone l’ottimo e insolito sei cilindri in linea turbodiesel. Con un rapporto tra prezzo e contenuti sempre intrigante.
La CX-80 è la versione allungata e con 6 o 7 posti della CX-60, che ne ha “solo” 5 ed già in listino da un paio d’anni. Rispetto a quest’ultima è più lunga di 25 cm e la differenza è tutta concentrata nel passo, con un vantaggio intuibile in termini di abitabilità ma non solo, perché la maggiore quota di interasse rende questa spacewagon più proporzionata e gradevole nella vista laterale.
Rimane comunque una vettura imponente sia per il cofano lungo, necessario per ospitare il sei cilindri in linea, sia per la lunghezza di 5 metri, sia per l’altezza di 1,71 metri, che è degna di una grande suv.
L’interno ha tre file di sedili, con l’ultima composta da due sedute separate che si ripiegano nel pianale quando non servono. Nella configurazione base la seconda fila può essere costituita da una panchetta triposto o, allo stesso prezzo, da due poltrone monoposto separate da un passaggio che facilità il movimento a bordo. In tutti i casi c’è la regolazione longitudinale (con un range di 12 cm) e si può variare l’inclinazione degli schienali (da 15 a 33 gradi). A richiesta, però, tra le due sedute della seconda fila si piò avere anche una consolle.
Rispetto ad altre vetture concettualmente simili con sette posti, nelle sedute della terza fila, che hanno comunque un’imbottitura più esigua, stanno abbastanza comodi anche due adulti, sebbene la stessa Mazda suggerisca di non ospitare persone oltre il metro e 70. Per accedere ai posti finali, però, occorre un po’ di agilità, nonostante l’ampiezza delle portiere, che sono più lunghe rispetto a quelle della CX-60, e il pratico meccanismo di sblocco degli schienali della seconda fila.
Viaggiando in sette, però, la capacità di carico è piuttosto limitata: 258 litri. Se invece si ripiega la terza fila di sedili il volume utile sale a 687, che diventano 1971 quando si è a bordo solo in due.
La dotazione, come sempre sulle Mazda, è molto generosa, perché l’allestimento base Exclusive Line comprende cerchi in lega da 20 pollici, climatizzatore trizona, strumentazione digitale, touch screen centrale TFT a colori da 12,3 pollici, assistente vocale di bordo Alexa, radio DAB, Bluetooth, Wireless Apple CarPlay e Android Auto, navigatore e regolatore di velocità.
Le motorizzazioni disponibili sono due: 3300 turbodiesel mild hybrid a sei cilindri in linea da 249 cv e 2500 turbo benzina plug-in hyrbid a quattro cilindri da 327 cv, che promette un’autonomia in modalità elettrica di una sessantina di km. In entrambi i casi la trazione è integrale e il cambio è automatico a 8 rapporti. Rispetto alla CX-60, manca quindi, la versione d’ingresso del turbodiesel da 200 cv abbinata alla trazione solo posteriore.
Il turbodiesel mild hybrid (che per la CX-60 è stato fin qui il preferito nel 75% dei casi in Italia) è sufficientemente potente per una vettura del peso e delle dimensioni della CX-80 ed è fluido e senza vibrazioni come solo un sei cilindri in linea (la soluzione che ha fatto la fortuna di Bmw) sa essere. Dà a questa vetturona l’agilità che le serve e prestazioni abbastanza brillanti: 219 km/h di velocità massima e 8,4 secondi per passare da 0 a 100 km/h. La sua voce, però diventa avvertibile oltre i 3 mila giri
L’automatico a otto marce, comandabile anche con le palette dietro il volante, è morbido. Magari non velocissimo, ma su un’auto di questo genere non serve altro. Le sospensioni sono soffici, privilegiano l’assorbimento e non si prestano più di tanto alla guida brillante, nonostante abbiano uno schema sofisticato (a doppio braccio oscillante davanti e multilink dietro).
E la sterzata, avvantaggiata dall’ingombro ridotto in larghezza dei motori in linea longitudinali, ha un raggio ridotto che permette alla CX-80 di manovrare meglio di quanto ci si può aspettare da un’auto lunga 5 metri. Il consumo medio dichiarato dalla Mazda è di 5,7 litri per 100 km, mentre durante la nostra prova, condotta nei dintorni di Monaco su un percorso misto autostrada e statali, abbiamo “visto” sul computer di bordo 6,2 litri.
I prezzi della CX-80, a parità di motorizzazione e allestimento, sono superiori di 4100 euro a quelli della CX-60. Partono da 61.235 euro per la plug-in e da 62.870 euro per la diesel.
Aggiornamenti estetici in linea con la nuova EX90 e un feeling di guida perfetto per chi ama i lunghi viaggi in auto. C'è la mild-hybrid e l'ibrida plug-in
Assetto morbido con sospensioni autolivellanti ad effetto “tappeto volante” e un V12 da 6.75 litri. È di lusso anche l'accelerazione da 0 a 100 orari, meno di 5 secondi