Dacia Duster ha cambiato passo. Non tanto in termini di quote, quanto di contenuti. Una vettura completamente nuova che abbandona l’ideale di low cost passato, arrivando ad un nuovo value for money. Meno democratica che in passato, ma fortemente più contemporanea. Una vettura che certamente andrà ad incuriosire utenti che sino a questo momento non avevano preso in considerazione il marchio Dacia.
Il nuovo pianale non ha comportato modifiche a livello di quote. Siamo nel mezzo tra segmento B e segmento C, con una lunghezza pari a 4,34 metri, una larghezza di 1,81 metri e un’altezza di 1,66 metri. La Bigster ha fatto scuola, e la scenografia è completamente diversa dalla generazione uscente. Indubbiamente sempre più moderna la Duster con questa conformazione.
Solo la variante d’ingresso Essential presenta un quadro strumenti analogico senza un supporto digitale per l’infotainment, sostituito dal vostro smartphone con app dedicata. A partire dall’intermedio Expression il quadro diventa digitale e in plancia si presenta un display touch da 10,1 pollici.
Bene il vano di carico, regolare come il precedente, con un volume maggiore del 15%. Le versioni a due ruote motrici hanno una capacità di 517 litri (calcolata sino alla cappelliera) che scende a quota 452 sui modelli a trazione integrale. Abbattendo la seduta posteriore si arriva sino alla soglia dei 1696 litri (4×2) e dei 1635 litri (4×4).
A fare la differenza in termini di praticità sono le ormai celebri Youclip. A seconda dell’allestimento sono 4 (Essential) o 6 (Expression, Journey ed Extreme) e possono essere arricchite da quelle dedicate ai poggiatesta anteriori. Si tratta di veri e propri punti di ancoraggio, a cui è possibile attaccare smartphone, portabevande oppure tablet (vedi poggiatesta). Ci sono degli accessori dedicati, tra cui il kit 3 in 1, con lampada, gancio e portabevande.
Ci siamo buttati prima sulla turbo mild-hybrid. Quella con il cambio manuale a sei rapporti. Motorizzazione che non splende per brio, sebbene sia perfettamente tarata sulle corde di Duster. L’assetto si vota ovviamente al comfort di marcia, con una progressione che non lascia spazio a fastidiosi galleggiamenti. Su strada però il punto debole sono i fruscii aerodinamici, che forse non digeriscono in pieno l’aspetto più massiccio del Suv di casa Dacia.
Premesso che la variante gpl non era disponibile, siamo passati alla nuova versione Hybrid. Chissà se il cliente abituale di Duster apprezza la presenza dell’automatico. Indubbiamente tale variante è un valore aggiunto nel traffico. Lo spunto ai bassi è il suo punto di forza, mentre la gestione del particolare sistema di trasmissione non sempre privilegia la fluidità di marcia.
La trazione integrale è disponibile solo sulla motorizzazione 1.2 TCe da 130 cv a partire dagli allestimenti Expression (intermedio) ed Extreme. La variante d’ingresso denominata Essential è invece a listino solo con la motorizzazione benzina/gpl (quella da 19.700 euro). I livelli Extreme e Journey si equivalgono in termini di prezzo, rappresentando entrambi il top di gamma su Duster.
Il motore ECO-G 100 è l’unico che può essere ordinato a partire da ogni allestimento, mentre 1.2 TCe e il modello ibrido da 140 cv sono disponibili dal livello Expression. La vettura è già disponibile agli ordini, tanto che è già attiva una formula di finanziamento dedicata. Ad esempio la Duster ECO-G in versione Expression si può acquistare con un anticipo di 4040 euro e 36 rate da 179 euro al mese; e dopo tre anni si può restituire oppure pagare la maxi-rata finale.
Nel finanziamento è compresa la manutenzione ordinaria e l’assicurazione furto incendio, oltre ad una polizza che copre fino a 20 mila euro in caso di danno totale al mezzo. Detto questo la versione protagonista della nostra prova, la 1.2 TCe Journey, ha un prezzo di listino di 24.400 euro (per l’ibrida si passa a 27.900 euro).
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