A cura di Marcello Mereu
Per qualcuno è addirittura l’auto più bella del mondo, per altri un progetto non totalmente centrato. Comunque la si pensi sul suo conto, l’Alfa Romeo 8C Competizione è un’auto che non può lasciare indifferenti. Ha proporzioni azzeccatissime e armoniose, oltre a tanti richiami al passato, sapientemente mixati. Che in qualche modo la rendono attualissima ancora oggi. Credo che nessun’altra automobile nata nel 2007 possa essere considerata, nel 2024, un assoluto “classico contemporaneo”, definizione che invece calza a pennello alla supercar del Biscione.
La committente di questo detailing è una signora svizzera appassionata di motori. La sua richiesta è un full detailing. Cioè un lavoro completo su interno, esterno, pulitura motore, pianale. Insomma, proprio tutto! Amo i clienti elvetici, sono esigentissimi e vogliono solo i top service. Per me ovviamente è l’ideale perché posso scatenarmi e mettere in campo tutte le tecniche possibili e immaginabili. Insomma non un “semplice” detailing ma un vero e proprio “progetto di detailing”.
Le condizioni della 8C all’arrivo sono alquanto critiche. Nonostante i pochi chilometri percorsi, l’Alfa mostra i segni di una vita piuttosto intensa. La carrozzeria si presenta opaca e piena di “rullate”, provando il fatto che il suo precedente proprietario la infilasse nel tunnel dell’autolavaggio con grande leggerezza. Senza pensare al fatto che le spazzole potessero graffiare la carrozzeria.
Il destino di questa bella sportiva italiana è però fortunato, visto che questa illuminata signora svizzera ha pensato di mettere in opera un pieno recupero estetico, quindi… let’s start!
La prima cosa che faccio è un bel bagno leggermente alcalino, che mi serve a togliere un po’ di sporco grasso. Ne ho rilevato la presenza soprattutto intorno ai passaruota e sui cerchi. Si tratta di un bagno estetico lento, parsimonioso di acqua. Chiudo la canna ogni volta che insapono. Lo shampoo è ricco e voluttuoso, ricorda molto uno yogurt denso e questo è un bene perché la consistenza della schiuma funge da cuscinetto e rende il lavaggio efficace e sicuro.
Inizio dalla parte superiore e progressivamente scendo, insapono e sciacquo i cerchi, che francamente trovo bellissimi, e che per fortuna sono anche perfettamente conservati. La signora ci sa fare, i marciapiedi della sua città sono integri. Scherzi a parte, il bagno estetico mi
porta via la mattinata, asciugo con grandi microfibre, sposto l’auto in sala di lucidatura. E rifinisco l’asciugatura con microfibre piccole e con il compressore per soffiare via l’acqua dalle targhe, dai fanali, dalle maniglie e dai fari.
Consiglio anche a voi di farlo. Eviterete che, una volta in movimento, quelle gocce, asciugandosi, lascino una antipatica traccia minerale. Ora che la superficie è ben lavata inizio a fare qualche prova di lucidatura, giusto per capire quale sia la sua “ricetta”. Il trasparente è molto vissuto, però si corregge facilmente, ciò significa che è abbastanza morbido. Preparo quindi lucidatrici e tamponi per il giorno successivo.
L’indomani si lucida tutto il giorno. Chiamo lo smontatore, il fido Sebastiano, al quale chiedo di mettere l’auto sul ponte. Operazione che faccio raramente perché, lavorando molto con il classico di pregio, non mi piace affatto l’idea di far dondolare preziosissimi telai d’epoca su e giù dal ponte. Non vorrei mai che poi quelle auto andassero storte per strada. E poi diciamocelo, le macchine, come le persone, stanno bene con i piedi per terra!
Dato che il servizio in oggetto è un full detailing, faccio smontare i cerchi, così posso pulirli e lucidarli a fondo e, soprattutto, posso accedere facilmente agli organi sospensori. Ma per ora lucido, correggo prima le grandi portiere e i fianchi sinuosi di questa sensualissima auto. A proposito, come dico sempre i fianchi vanno tassativamente lucidati a specchio, perché così si apprezzano meglio le curve generose di auto come questa.
Alterno lucidatrici di diverso diametro, necessarie per un lavoro di altissimo standard. Diffida di chi ha solo una lucidatrice, le macchine rotorbitali devono essere sempre in corredo se si vogliono ottenere risultati professionali. Il lavoro intenso si rivela proficuo. L’auto comincia infatti a mostrare un gloss sensuale e felino. Nelle ultime due ore di questa lunga giornata pulisco le ruote e le lucido sul tavolo da lavoro. Operare con i cerchi smontati innalza la qualità generale e alla fine sono stanco, sì, ma anche davvero entusiasta.
Il terzo giorno, prima di rimontare i cerchi pulisco le sospensioni e i passaruota nel dettaglio, dopo di che ricomincio la lucidatura delle parti orizzontali. Ovviamente dopo aver fatto scendere la 8C dal “trespolo”. Parto dall’enorme cofano e, man mano che passano le ore mi sposto al tetto e al posteriore. Devo dire che due giorni di paste abrasive, lucidatrici e correzioni hanno portato i loro frutti. I riflessi ricominciano finalmente a restituire un colore nero denso, con un effetto quasi liquido.
Sposto quindi l’auto nel tunnel di finitura, già pronta per l’indomani. Il quarto giorno di lavoro inizia a sportelli spalancati, io sono al massimo dell’entusiasmo e canticchio mentre aspiro bene l’auto prima di procedere al detailing interno. Ricordiamoci sempre che qualsiasi pulizia dell’abitacolo deve sempre iniziare con l’aspirazione, che va fatta con attenzione e aiutandoci con una lampada che permetta di individuare e rimuovere anche la polvere più nascosta.
Procedo successivamente a pulire a mano, con schiumogeno neutro, la pelle che poi risciacquo con una microfibra inumidita. E che infine asciugo con aria compressa essiccata. Una volta pulita in profondità, la pelle ha un aspetto liscio e satinato che trasmette grandissima qualità e ti fa proprio dire “evviva il made in Italy”. Il resto della giornata scorre tra la pulizia dell’abitacolo fin nei minimi dettagli. Non trascuro nemmeno i giri porta e sollevo le guarnizioni, per pulirle e reidratarle.
L’ultimo giorno di detailing lo dedico al vano motore, che non si presenta sporchissimo, anche per merito di una manutenzione costante. Inizio a liberare le parti esterne dell’alloggiamento dalla polvere con una prima microfibra inumidita. Poi, con altre due microfibre inumidite in acqua molto calda, inizio a pulire. I guanti mi proteggono le mani mentre mi addentro con pazienza nel vano motore. Idrato qualche manicotto con l’olio di “nonnommarci” (come mi chiamano su Instagram) e in tre ore riesco a tirar fuori la bellezza del cuore pulsante della 8C.
Il tutto ovviamente senza utilizzare alcun dressing ma solo pulizia a detergente, un po’ di olio, tante microfibre. E procurandomi un po’ di mal di schiena. Arriva quindi il momento della super finitura, ovvero ricontrollo tutti i passaggi dei giorni precedenti e, in ultima istanza, mi dedico all’inceratura a essiccazione. Ossia una cera messa a tampone che ha tempi di posa che variano dai 45 ai 65 minuti.
Rimuovo e detergo i vetri con il mio prodotto preferito, rigorosamente senza ammoniaca. È stato un lavoro lungo cinque giorni ma ne è valsa la pena: ora l’Alfa Romeo 8C Competizione è pronta per essere spedita e per varcare di nuovo le Alpi, destinazione Svizzera.
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