Testo di Emiliano Ragoni
Contro la monotonia delle auto di oggi, un po’ troppo uguali tra loro e prive di originalità, abbiamo selezionato cinque modelli che ci hanno particolarmente colpito. Alcuni anni fa si osava molto in termini di design e di soluzioni tecniche, oggi il mondo dell’auto è più piatto e indissolubilmente legato ai profitti. Le Case automobilistiche difficilmente si prendono la briga e il rischio di osare.
Una delle auto più strane degli ultimi anni. Si caratterizza per un design polarizzante che non scende a compromessi. Del resto, è stato ideato a Elon Musk, istrionico imprenditore che non è di certo diventato famoso per le sue idee “equilibrate”. Lungo 568 cm, il Cybertruck si distingue per la sua carrozzeria spigolosa e cuneiforme carrozzeria in acciaio inossidabile che dona una sensazione di grande robustezza.
Nonostante la stazza, nella variante più potente, equipaggiata con 3 motori elettrici (due al posteriore, uno davanti) per 857 cv di potenza combinata, è in grado di passare da 0 a 100 in 2,6 secondi. Siamo al cospetto del pick-up perfetto per chi vuole farsi notare. Ma non arriverà mai in Europa perché non può essere conformato alle normative sulla sicurezza Euro NCAP, che nelle ultime revisioni danno molta importanza anche alla protezione degli utenti deboli della strada in caso di impatto.
Nonostante una fama tutt’altro che lusinghiera, la Fiat Multipla è in assoluto una delle auto più intelligenti mai costruite. La monovolume compatta prodotta dalla Fiat dal 1998 al 2010 riprende, nel nome e nella filosofia progettuale, l’antenata omonima realizzata dal 1956 al 1967.
A riprova dell’intelligenza del progetto, che in auto di meno di quattro metri riusciva a accorpare sei posti a sedere e un bagagliaio di 430 litri, nel 1999 il Museum of Modern Art di New York l’ha inserita nella sua mostra Different Roads come uno degli esempi delle nuove tendenze della motorizzazione di massa. Indubbiamente il design era molto divisorio: o la si ama o la si odia. Il vistoso “scalino” della prima serie con due fanali tra cofano e parabrezza, non è piaciuto a tutti.
In un mondo post apocalittico la Nissan Land Glider sarebbe una sicura protagonista, magari guidata da un pilota umanoide. Stiamo parlando dell’avveniristico concept presentato dalla Casa giapponese nel 2009 al Salone di Tokio.
Una delle sue particolarità è quella di inclinarsi fino a 17° per aumentare la tenuta, con dei sensori che rilevano la velocità e l’angolo di sterzo e decidono quanto inclinare il corpo vettura. La Land Glinder è spinta da due motori elettrici montati al posteriore, alimentati da delle batterie agli ioni di litio poste sotto l’abitacolo. Al posto del volante c’è una cloche come sugli aerei.
Famosa per le moto, la Yamaha ha un passato anche nel mondo delle auto super sportive. La Casa giapponese nel 1989 approdò in Formula 1 come fornitore di motori per il team Zakspeed. Sfruttando l’esperienza acquisita in quel periodo, volle costruire un’auto sportiva da un foglio bianco equipaggiata con una tecnologia mutuata dal mondo della Formula 1.
Anche se l’avventura in Formula 1 non stata andando affatto bene, nel 1991 la Casa aveva introdotto un nuovo motore, l’OX99, che fu fornito alla scuderia Brabham F1. Per realizzare la sua dream car, la Yamaha contattò la IAD e nel 1992, poco meno di 12 mesi dopo aver iniziato a lavorare al progetto, la IAD presentò una versione prototipale dell’auto.
La Yamaha OX99-11 si distingue per la sua cellula dell’abitacolo centrale, per il telaio in fibra di carbonio e il motore V12 OX99, un 3498 cm³ e 400 CV a 10 000 giri/min, derivato dalle vetture di F1 dell’epoca. Furono realizzati soltanto tre esemplari.
Le proporzioni sono strane, le forme altrettanto particolari. La Renault Vel Satis, la grande berlina di segmento E prodotta dalla casa automobilistica francese negli anni Duemila in complessive 62.201 unità, è difficile da collocare. Il progetto nasce nel 1995 con l’idea di sostituire la Safrane con un’ammiraglia derivata dal concept Initiale.
Il risultato è una berlina antesignana delle attuali suv/crossover. Il lusso e le soluzioni tecnologiche di alto livello non mancano, ma la Vel Satis rimane una vettura troppo particolare, con elementi come il retro sporgente, che la rendono poco equilibrata ed eccessivamente “carica”.
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