La Germania nel 1945 era un cumulo di macerie fumanti. Appena dieci anni dopo avrebbe però dominato sulle piste di tutto il mondo, sia nelle gare di Formula 1 che in quelle Sport, con automobili tanto avanzate da risultare sorprendenti ancora oggi. La prima, nel 1954, fu la monoposto di Formula 1 W 196 realizzata sia in versione tradizionale, a ruote scoperte, che carenata. Un anno dopo, col motore 8 cilindri in linea portato da 2500cc a 3000cc fu la volta della Sport: la 300 SLR.
La macchina, nota soprattutto per la vittoria e il record imbattuto di Stirling Moss alle Mille Miglia del 1955, si presentò con una linea magnifica, bassa – grazie al motore montato inclinato – con comando desmodromico delle valvole, per evitare sfarfallamenti, e iniezione diretta. Non solo, i freni a tamburo erano entro bordo per ridurre le masse non sospese e supportati dal freno posteriore dinamico, una sorta di DRS usato all’opposto di oggi, cioè per aumentare il carico in fase di decelerazione. Incredibilmente basso il peso, appena 880 kg, ottenuto utilizzando metalli leggeri e una carrozzeria in magnesio denominata Elektron.
Il dominio della Mercedes tornata sulle piste fu immediato: vittoria del Titolo Mondiale di Fangio in Formula1 nel 1954 e ’55 e del Campionato del Mondo Costruttori per vetture Sport (World Sports Cars Championship) nel 1955. Un anno che in un attimo divenne tragico per Mercedes a causa dello spaventoso incidente di Le Mans quando la 300 SLR di Jean Pierre Levegh volò sulla tribuna che precedeva i box uccidendo 83 persone e il pilota spingendo la Casa di Stoccarda a ritirarsi dalle corse. Un solo anno, sufficiente però a rendere la 300 SLR una leggenda del motorsport.
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