Gli anni ’80 videro la nascita di una delle classi più leggendarie nella storia del motorsport. È stato un tempo in cui la mancanza di restrizioni regolamentari ha generato alcune delle auto da rally più veloci, più potenti e più sofisticate che siano mai state costruite. Introdotto nel 1982 dalla FIA in sostituzione delle classi Gruppo 4 e Gruppo 5, il Gruppo B aveva pochissimi vincoli progettuali, oltre a richiedere solo 200 auto stradali da produrre ai fini di omologazione. Furono permessi materiali ad alta tecnologia e non vi erano vincoli sull’architettura del motore o sulla scelta della trazione. Il risultato furono vetture capaci di raggiungere potenze fino a 600cv con accelerazioni da 0 a 100 km/h inferiori a 3 secondi e velocità massime di oltre 200 km/h grazie al peso di circa 900 kg.
Il sogno durò per 5 stagioni e poco meno di 50 gare, con i primi dubbi sulla sicurezza sollevati dalla morte di Attilio Bettega nel 1985, fino ad arrivare al capitolo finale nel 1986, anno in cui avvenne il risveglio più duro, con i gravi incidenti di Joaquim Santos in Portogallo con la Ford RS200 e successivamente con la morte di Henri Toivonen e del suo navigatore Sergio Cresto, bruciati vivi dopo un’uscita di strada In Corsica a bordo della Lancia Delta S4. Tutti si resero conto che ci si era spinti troppo in là, la mancanza di sicurezza per gli spettatori e per gli stessi piloti portò la Federazione alla triste ma ormai inevitabile decisione: Il Gruppo B fu cancellato. Oggi, non rimane che il ricordo di quei fantastici bolidi , del loro inconfondibile ruggito, delle loro accelerazioni brucianti.
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