La radicale Honda HP-X, acronimo di Honda Pininfarina eXperimental, è stata progettata e costruita dalla celebre casa di design italiana Pininfarina. Utilizzava un’aerodinamica avanzata, inclusi l’effetto suolo e soluzioni innovative di raffreddamento per il suo motore V6 DOHC a 24 valvole da 2,0 litri montato centralmente, derivato da un motore da corsa Honda F2.
Progettata con una particolare attenzione al progresso tecnologico, la HP-X ha servito da banco di prova per nuove idee, tecnologie e principi ingegneristici ambiziosi, che sarebbero poi stati integrati nei successivi modelli Honda e Acura. In particolare, la NSX a due posti con motore centrale, che ha debuttato pochi anni dopo, ha incarnato molte delle innovazioni esplorate per la prima volta nella HP-X.
Ma la HP-X non era solo estetica. L’aerodinamica era curata nei minimi dettagli, con soluzioni come appunto l’effetto suolo e un freno ad aria integrato nel tetto. Gli interni, poi, erano un vero e proprio manifesto del futuro, con un sistema elettronico di bordo che offriva già GPS e telemetria in tempo reale.
Inoltre, la HP-X esplorava l’uso di materiali alternativi all’avanguardia come pannelli a nido d’ape, fibra di carbonio e Kevlar, per ridurre il peso e migliorare le prestazioni. Questo concept futuristico non aveva porte, ma un tettuccio monopezzo in Perspex rimovibile in stile jet da combattimento. La parte posteriore del tettuccio si estendeva per formare una carenatura che migliorava l’aerodinamica e fungeva da freno ad aria compressa controllato dal conducente.
La rinascita della Honda HP-X alla Monterey Car Week è un tributo a una visione pionieristica che ha segnato un’epoca e ha ispirato generazioni di designer e ingegneri. Questo debutto non solo celebra il passato, ma guarda anche al futuro dell’innovazione automobilistica.
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