Condividi con:

Quella volta che la Porsche vinse la Dakar…

di Redazione - 11/01/2025

Testo di Fabio Madaro

Nel 1986 la casa di Stoccarda ottenne una vittoria storica alla mitica Parigi-Dakar piazzando due 959 sui gradini più alti del podio. A pilotarle due celebrità dello sport a quattro ruote: René Metge e Jackye Ickx.

Le origini di un mito

In queste prime settimane del 2025 il grande palcoscenico del motorsport internazionale offre un grande classico delle competizioni: il Rally Dakar. Una gara riservata ad auto, moto e camion la cui prima edizione risale addirittura al 1979. Certo, nel corso degli anni molte cose sono cambiate: dalla formula originale che prevedeva un percorso massacrante da Parigi alla città di Dakar in Africa (da qui ovviamente la denominazione originaria Parigi – Dakar), si è passati, per alcune edizioni, in Sud America per approdare definitivamente in Arabia Saudita.

Credit: Porsche

Una gara che per molti ha ormai perso l’antico smalto (per i nostalgici del rally africano vi consiglio di seguire l’Africa Eco Race che si svolge in Africa e termina, come l’originale competizione di Thierry Sabine, a Dakar, in Senegal), ma che in ogni caso rappresenta pur sempre un severo banco di prova per i grandi costruttori. E soprattutto in passato gli esempi illustri non sono mancati, anche perché apporre il proprio sigillo alla Parigi-Dakar rappresentava un vero e proprio fiore all’occhiello da esibire al mondo con orgoglio. Come nel caso di Porsche che a metà degli anni 80 sviluppò dalla splendida 959 (un’autentica supercar ante litteram realizzata in appena 292 esemplari) un prototipo destinato alla Parigi-Dakar. L’auto venne realizzata per poterla iscrivere nelle gare del Gruppo B ed offriva il meglio della tecnica automobilistica dell’epoca. La trazione era a trazione integrale, il sei cilindri boxer aveva quattro valvole per cilindro, pistoni forgiati, testate raffreddate ad acqua, lubrificazione a carter secco e doppia sovralimentazione. Il primo prototipo venne mostrato nel 1983, mentre la versione definitiva andò in produzione nel 1986.

Nata per resistere a tutto, anche alla sabbia

Ma veniamo alla nostra 959 Dakar che nacque appunto per dar lustro al marchio Porsche anche su terreni all’epoca per lei sconosciuti. Fu così che il 1 gennaio 1985 a Stoccarda ultimarono le 959 che quel giorno avrebbero percorso i primi dei 13.800 chilometri della gara attraverso deserti aridi e inospitali. Tre settimane ai limiti durissime per i piloti e per la meccanica dei veicoli sottoposti a uno sforzo fuori del comune. La Porsche che corse quell’anno alla Dakar era molto diversa dalla versione stradale che debutterà l’anno seguente. Il motore tanto per iniziare era un “semplice” boxer aspirato da 231 cv, mentre l’assetto venne vistosamente rialzato, 300 mm, per affrontare le dune e la sabbia del deserto. Fu una gara massacrante e nonostante l’impegno della Porsche e dei piloti (tra i quali spiccavano Jacky Ickx e lo specialista René Metge) nessuna delle tre 959 addobbate nell’elegante livrea Rothmans vide il podio.

Credit: Porsche. Jacky Ickx con la Porsche 959 durante la Paris-Dakar del 1986

Finalmente primi a Dakar

Ma l’appuntamento con la vittoria era solo rimandato. L’anno successivo lo squadrone Porsche si ripresentava ai nastri di partenza di Parigi, a pochi mesi dal debutto della 959 stradale, e questa volta la vittoria diventò una questione d’onore: la 959 tornava infatti ancora più agguerrita di prima e con una sostanziosa evoluzione della meccanica. Il telaio venne modificato al pari delle sospensioni, mentre per aumentare l’autonomia la capienza del serbatoio salì a ben 330 litri, contro gli 84 della stradale. Finalmente il sei cilindri boxer di 2,9 litri subì una sostanziosa iniezione di potenza e adottò la doppia sovralimentazione: in tal modo i cavalli salirono da 231 a 400 per una velocità massima di 242 km/h. La Dakar era insomma un po’ più tranquilla della stradale che stava per arrivare sul mercato e che garantiva 450 cv e, grazie a una migliore conformazione aerodinamica, era in grado di raggiungere i 315 km/h.

Una cavalcata trionfale

Anche nel 1986 le 959 iscritte alla gara erano tre, con i soliti Metge e Ickx affiancati dall’ingegnere tedesco Roland Kussmaul che forniva anche l’assistenza tecnica. Questa volta fu una cavalcata trionfale con René Metge che condusse in testa gran parte del Raid conservando la prima posizione fino a Dakar. Seconda, non molto distante, la 959 di Jacky Ickx e Claude Brasseur. Kussmaul concluse con un ottimo sesto posto. Il successo fu così clamoroso che per anni il mondo parlò della straordinaria competitività di una sportiva capace di ottenere risultati straordinari in qualsiasi disciplina, dalla pista alla strada, dai rally alle massacranti corse africane. Ribadendo una volta di più le sublimi e irripetibili qualità di quella che moltissimi considerano la Porsche per antonomasia: la 911.

Credit: Porsche

Potrebbe interessarti

L’avventura estrema della Fiat Panda 4×4 alla Parigi-Dakar

Abbiamo ritrovato la Panda 4x4 che partecipò alla Parigi-Dakar negli anni 80. Una sfida che ha dell'incredibile! Tutta da raccontare...

di Redazione - 12/01/2025

Ferrari 512 M di Ecurie Francorchamps all’asta a Parigi

Rm Sotheby's metterà all'asta a Parigi il 4 e 5 febbraio una rara Ferrari 512 M costruita come 512 S per le corse endurance nel 1970

di Marco Triulzi - 08/01/2025

Podcast

in collaborazione con Aci Radio

Il Punto di Pierluigi Bonora

Il Direttore di ACI Radio Pierluigi Bonora fa il punto sul fatto più rilevante della giornata offrendo spunti di riflessione per una corretta informazione.