Waymo, la società controllata da Alphabet, holding di Google, che sviluppa tecnologie per la guida autonoma, ha vinto la sfida dell’auto senza conducente. Sono i numeri a dirlo: è l’azienda che da diversi mesi propone il servizio di taxi robot più efficace ed efficiente. Nonostante qualche intoppo, la società americana ha creduto fortemente nella guida autonoma e a distanza di anni, e di ingenti investimenti, comincia a vedere i risultati.
L’azienda punta a crescere, raddoppiando entro il 2026 la sua flotta di Jaguar I-Pace, con 2.000 nuovi veicoli da aggiungere ai 1.500 già operativi nelle città di San Francisco, Phoenix, Los Angeles e Austin. Presto il servizio verrà esteso anche ad Atlanta, Washington e Miami, per un totale di oltre 250.000 corse settimanali.
Per supportare la crescita è stato inaugurato un nuovo stabilimento a Mesa, in Arizona, gestito in collaborazione con la Magna, storica azienda Automotive che produce vetture per brand come Mercedes, Toyota e BMW. L’impianto allestirà, oltre alle Jaguar I-Pace, anche i prossimi robotaxi basati sulla Zeekr RT.
Secondo uno studio, accettato per la pubblicazione sulla rivista scientifica Traffic Injury Prevention Journal, il sistema Waymo è in grado di ridurre drasticamente i tipi di incidenti più pericolosi, in particolare quelli che coinvolgono utenti vulnerabili come pedoni, ciclisti e motociclisti.
L’analisi ha confrontato le performance del sistema di guida autonoma Waymo su 56,7 milioni di miglia percorse con quelle dei conducenti umani, considerando 11 categorie di incidenti. I risultati parlano chiaro:
• -92% di incidenti con feriti tra i pedoni;
• -82% di incidenti che coinvolgono ciclisti e motociclisti;
• -96% di collisioni con feriti in corrispondenza di incroci — una delle principali cause di lesioni gravi secondo la NHTSA americana;
• -85% di incidenti con sospette lesioni gravi
Questo miglioramento è attribuibile alla capacità del Waymo Driver di prevedere situazioni critiche, come un veicolo che attraversa col rosso, e di reagire tempestivamente in modo appropriato. I dati, sebbene basati su eventi relativamente rari, risultano statisticamente significativi e promettenti per il futuro della sicurezza stradale.
Lo studio estende le ricerche precedenti del Waymo Safety Impact Hub, andando a focalizzarsi proprio su quei sinistri che, pur meno frequenti, causano le conseguenze più gravi. Se già il primo studio Swiss Re aveva mostrato l’efficacia del Waymo Driver quando si considera anche la colpa dell’incidente, questo nuovo lavoro ne conferma l’efficacia. A prescindere dalla responsabilità.
“È incoraggiante vedere l’impatto reale che Waymo sta avendo nelle città in cui opera”, ha dichiarato Mauricio Peña, Chief Safety Officer di Waymo. “I dati continuano a confermare il ruolo centrale del nostro sistema nell’aumentare la sicurezza stradale per tutti gli utenti della strada”.
Anche Jonathan Adkins, Ceo della Governors Highway Safety Association, ha lodato i risultati: “Meno incidenti e meno feriti — soprattutto tra pedoni e ciclisti — rappresentano esattamente il tipo di progresso che ci si aspetta dai veicoli autonomi”.
Mentre il dibattito sulla guida autonoma si fa sempre più acceso — tra sfide normative, tecnologiche e infrastrutturali — Waymo dimostra che la tecnologia, se ben applicata, può rappresentare una soluzione concreta al problema della sicurezza stradale. Con un impatto tangibile, già misurabile oggi, che può salvare vite.
Recentemente l’azienda ha presentato EMMA (End-to-End Multimodal Model for Autonomous Driving), un nuovo modello di Intelligenza Artificiale per il controllo dei suoi robotaxi basato sul modello multimodale Gemini di Google. È in grado di processare i dati provenienti dai sensori e telecamere per pianificare le traiettorie dei suoi veicoli autonomi.
Attualmente il sistema di guida automa della Waymo è giunto alla sesta generazione. Può contare su una nuova suite di sensori, composta da 13 telecamere, 6 radar, 4 lidar e diversi microfoni.
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