La questione Volkswagen ed elettrico è nodo di non poca rilevanza, ma pare che i problemi abbiano un nome: Cariad. Il Gruppo ha faticato a tenere il passo con concorrenti più agili come Tesla. I ritardi nello sviluppo e i problemi di produzione hanno rallentato l’espansione della gamma elettrica del marchio tedesco.
La ID.3 e la ID.4, modelli chiave della strategia EV di Volkswagen, non sono riusciti a raggiungere il successo sperato, lasciando l’azienda in una posizione vulnerabile in un mercato sempre più competitivo. Oliver Blume, successore di Herbert Diesse al comando del Gruppo, è stato scelto appositamente per il suo approccio cauto all’elettrificazione. Così la piattaforma MEB andrà avanti nel suo “intento” fino a quando la SSP non sarà pronta per essere impiegata.
Oltre alle difficoltà nella transizione verso l’elettrico, Volkswagen deve ora affrontare una nuova sfida: il software. Cariad, la divisione dedicata a questo comparto all’interno del gruppo, ha incontrato numerosi ostacoli. Problemi di sviluppo e ritardi hanno impedito a Volkswagen di mettere in campo nei tempi stabiliti la piattaforma SSP di cui sopra. Perché è il punto è proprio questo: la progettazione di nuovi veicoli via software. Un punto debole per la multinazionale tedesca.
Alla fine di aprile, nel corso del Salone di Pechino, Oliver Blume ha provato sistemi di Porsche Macan e l’Audi Q6 e-tron, confrontandole con le potenziali competitor cinesi. Stando a quanto asserito dal portale Autoevolution, che cita un rapporto di Manager Magazine il manager tedesco non avrebbe apprezzato la qualità “informatica” dei propri modelli.
Mercedes-Benz ha recentemente annunciato che non andrà avanti nello sviluppo della futura architettura MB.EA destinata a modelli più grandi, preferendo implementare l’architettura EVA2 esistente. La BMW, più avanti nell’elettrificazione rispetto ad altre aziende tedesche, sta cercando di ritardare i piani dell’UE di vietare la vendita di nuovi veicoli ICE.
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