Lo sappiamo: una guida responsabile contribuisce ad aumentare la sicurezza della circolazione stradale. Riduce le emissioni, fa risparmiare di carburante consumando meno, migliora la produttività dei veicoli e tutela tutti gli utenti della strada. In pratica, guidare meglio fa bene a tutti (letteralmente): persone e ambiente, certo, ma anche allo sviluppo della città che mai come oggi sta vivendo una trasformazione dovuta, soprattutto, alle nuove esigenze di mobilità. Dall’importanza strategica di un trasporto pubblico efficiente e capillare, alla coabitazione delle protagoniste di ieri, le automobili, sempre più a stretto contatto con i nuovi attori della mobilità dolce e della micromobilità (biciclette e monopattini).
Temi d’attualità che riguardano, oltre ai cittadini, le istituzioni che decidono le politiche di mobilità, le municipalizzate che con i loro mezzi forniscono servizi ai cittadini, le aziende con flotte, e coloro che utilizzano l’auto come strumento di lavoro. Proprio per questo se ne è discusso a Milano, in occasione del convegno “La mobilità responsabile in città – Più educazione stradale per più sicurezza stradale”, organizzato da Confcommercio Mobilità e D6 Drive Responsibly con il patrocinio Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza e in collaborazione con Assomobilità, Federmotorizzazione e Forum Automotive
L’evento, moderato da Pierluigi Bonora, Direttore di ACI Radio e promotore di #FORUMAutoMotive, si è aperto con la presentazione della ricerca “Sicurezza stradale in città”, curata dal Centro Studi di Confcommercio Milano, che offre un’analisi dettagliata delle attuali problematiche e delle possibili soluzioni legate alla mobilità urbana.
Il doppio focus su Milano e sull’Italia mostra come gli incidenti stradali siano risultati nuovamente in crescita dopo il calo fisiologico determinato dalle limitazioni alla circolazione durante i mesi della pandemia Covid. L’analisi dei dati elaborati dell’Ufficio Studi Confcommercio Milano, il 2022 ha visto un aumento preoccupante degli incidenti stradali in Italia e nella Città Metropolitana di Milano rispetto all’anno precedente. A livello nazionale, si sono verificati 165.889 incidenti, con un incremento di morti e feriti rispetto al 2021.
Basti pensare che gli incidenti stradali nel 2022 sono stati 12.613 nella sola città metropolitana di Milano, l’86,91% per distrazione (+13% rispetto al resto Italia). Per l’Istat, che ha fornito i dati, si è registrato un +5,5% di morti su strade urbane nel 2022 rispetto al 2021, per un totale nazionale di 157.267 vittime (a Milano 13.647), soprattutto maschi, nella fascia di età 30 e 44 anni. La più colpita. Questi dati richiamano l’attenzione sulla necessità di interventi mirati per la sicurezza stradale, soprattutto nelle aree urbane.
“Non è sufficiente ridurre il numero degli incidenti, l’obiettivo da raggiungere è zero sinistri e zero morti”, ha commentato Arianna Censi, assessore alla mobilità del Comune di Milano, che suggerisce un approccio proattivo, necessario per incoraggiare un cambiamento positivo, evidenziando l’importanza della mobilità come elemento chiave per la qualità della vita urbana. “È fondamentale affrontare le abitudini consolidate dei cittadini, spesso riluttanti ai cambiamenti. Inizialmente ogni novità incontra resistenze, ma una volta compresi i benefici, diventa più semplice accettarla”.
Per Carlotta Gallo, Dirigente del Compartimento Polizia Stradale per la Lombardia, i risultati dello studio sono preoccupanti e le cause sono purtroppo note e ricorrenti. “I dati dello studio ci dicono che l’attenzione alle regole è trascurata. Bisogna però notare che su autostrade, strade extraurbane e in città la responsabilità è trasversale: con percentuali differenti nelle varie situazioni, ai primi tre posti ci sono sempre distrazione, velocità e rispetto precedenze. Pedoni, ciclisti e motociclisti restano chiaramente le categorie più vulnerabili”.
Francesco Ciro Scotto, Direttore Studi e Ricerche Fondazione Filippo Caracciolo, si è concentrato sull’aspetto della tecnologia che può dare una mano a migliorare i bilanci in termini di sinistri, “La sicurezza passiva dei veicoli ha fatto la differenza in ambito extraurbano. Gli strumenti di sicurezza attiva più moderni, dal 7 luglio, obbligatori su tutte le auto potrebbero fare differenza anche in città, ma il parco circolante è vecchio e viene rinnovato troppo lentamente. Per non incorrere nel rischio di dover attendere più di un decennio per veder scomparire le auto meno sicure dalle strade, è necessario accelerare il processo di rinnovo, sostenendo in modo particolare l’acquisto di auto nuove da parte da parte delle categorie meno abbienti”.
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