Testo di Marco Triulzi
Nel 2023, a causa dell’aumento del traffico a Milano, gli automobilisti hanno impiegato 5 ore e 7 minuti in più per percorrere 10 km rispetto al 2022. Secondo uno studio sulla viabilità condotto da TomTom, un’azienda di software per navigatori, che ogni anno elabora una classifica globale delle città in base all’indice di traffico, Milano si classifica come la quarta città più congestionata al mondo. In questa classifica, Milano si posiziona dopo Londra, Dublino e Toronto, ma precede di diverse posizioni Roma, che si colloca al 12° posto. A ragion del vero, va detto che nella classifica di TomTom mancano dati di vari paesi, inclusa la Cina, il che potrebbe alterare l’ordine della classifica.
Nonostante l’istituzione dell’Area B e dell’Area C da parte della giunta milanese per limitare il traffico automobilistico in città e nel suo centro, la congestione durante le ore di punta sembra rimanere pressoché invariata. Tuttavia, i numeri relativi agli ingressi ai varchi mostrano una costante diminuzione di mese in mese. Secondo l’Amat (Agenzia Mobilità Ambiente Territorio) del Comune di Milano, nel gennaio 2024 si è registrata una riduzione degli accessi sia in città che nel centro rispetto allo stesso periodo del 2023: -3,78% in Area C nei giorni feriali, quando sono attivi i varchi, e un modesto -0,7% in Area B nello stesso intervallo di tempo. Questi dati sono stati accolti con favore dall’assessora alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi, che ha dichiarato:
“Siamo soddisfatti dell’andamento dei dati perché il trend si sta consolidando. Siamo convinti che si arriverà a raggiungere gli obiettivi prefissati, ma certamente non avverrà in qualche mese. Vorrei sottolineare in ogni caso che il cambiamento del parco auto che sta avvenendo nell’area metropolitana avrà degli effetti duraturi e importanti, e non è detto che si traduca automaticamente in una diminuzione di ingressi, ma di sicuro in una diminuzione di emissioni nocive, di cui beneficeranno tutti i cittadini e le cittadine”
Quindi, dove risiede esattamente il problema? L’equazione “più automobili uguale più traffico” non è sempre valida. Infatti, ci sono diversi fattori che contribuiscono e determinano gli ingorghi: dalla presenza di cantieri alle deviazioni, fino alle strade ristrette per vari motivi che costringono gli automobilisti a rallentare. Milano è caratterizzata da una viabilità problematica, dovuta sia alle caratteristiche della rete stradale, che è densa e poco lineare, sia ai numerosi cantieri e lavori di ammodernamento delle strade per promuovere la pedonalizzazione e l’uso di biciclette e monopattini. Tra i casi più noti ci sono i cantieri della metropolitana 4, che saranno rimossi a settembre con l’inaugurazione dell’intera linea, e altri lavori controversi come quelli su corso Buenos Aires, dove l’allargamento del marciapiede e la creazione di una pista ciclabile hanno ridotto la carreggiata principale da due corsie per senso di marcia a una sola, causando rallentamenti inevitabili.
Effettivamente, il numero di auto in circolazione rimane ancora troppo elevato per poter sperare in una riduzione del traffico nei prossimi anni. Sebbene il numero di auto circolanti a Milano nei primi due mesi dell’anno sia in calo, sulle strade della città ce ne sono ancora parecchie.
Secondo un rapporto Pendolaria di Legambiente per l’anno 2023, il tasso di motorizzazione a Milano è di 510 auto ogni mille abitanti (dati ACI 2022), inferiore alla media italiana di 666 vetture ogni mille abitanti, ma ancora molto più alto rispetto alle principali metropoli europee, con Parigi in testa con soli 250 veicoli per mille abitanti. Secondo quanto riportato da Legambiente, nella capitale francese l’uso dell’auto privata è diminuito del 45% dal 1990 ad oggi, mentre l’utilizzo del trasporto pubblico è aumentato del 30% e quello della bicicletta addirittura di 10 volte.
È chiaro che l’obiettivo di Milano è quello di avvicinarsi ai livelli di Parigi, ma al momento, come abbiamo constatato, siamo ancora molto distanti. Questi dati evidenziano la necessità di apportare modifiche significative alla viabilità, ma solo dopo aver condotto approfonditi studi di fattibilità e aver ottenuto risultati più incoraggianti riguardo alla diminuzione del numero di automobili in circolazione in città. Sul fronte delle scelte individuali, sarebbe opportuno considerare l’utilizzo di mezzi di trasporto meno congestionati per gli spostamenti urbani, come moto, biciclette o monopattini, quando possibile.
Inoltre, l’adozione dello smartworking potrebbe essere vantaggiosa. Ad esempio, lavorando da casa un giorno alla settimana, si potrebbero risparmiare 57 ore di viaggio, 149 euro e 179 kg di CO2 all’anno. Aumentando i giorni di smartworking a tre a settimana, si potrebbero destinare ad altre attività 170 ore, risparmiare 447 euro e ridurre di più di 500 kg le emissioni di CO2 nell’aria.
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