Testo di Umberto Zapelloni
Hai capito gli americani… adesso vogliono papparsi anche il Motomondiale. Dopo aver acquistato nel 2016 la Formula 1 per 8 miliardi di dollari, Liberty Media sta per chiudere una trattativa cominciata mesi fa con la Dorna per acquistare anche la MotoGp ad una cifra vicina ai 4 miliardi di euro, debiti compresi e pare non siano pochi. Alla fine Carmelo Ezpeleta, il manager spagnolo che da trent’anni è il padrone del Motomondiale, ha deciso di imitare il suo vecchio amico Bernie Ecclestone, cedendo il business che sta attraversando un momento di crisi dopo il ritiro di Valentino Rossi, un’attrazione che è sempre andata ben oltre i nostri confini.
Il business dei motori evidentemente funziona, tanto che Liberty Media lo scorso anno ha respinto l’attacco degli arabi che volevano comprarsi il giocattolo. Nel 2023 la Formula 1 ha totalizzato 3,2 miliardi di ricavi, mentre la MotoGp si è fermata a 483 milioni. Da quando ha rilevato la Formula 1, il giro d’affari si è moltiplicato e per accontentare tutti i gran premi sono diventati addirittura 24 con stagioni infinite e un mix micidiale di gran premi folli come Las Vegas e Miami e appuntamenti tradizionali come Monza, Silverstone e Montecarlo che una volta era il top della follia e oggi è quasi nulla rispetto agli show messi in piedi lungo la Strip.
Con la complicità di Netflix, il supporto dei social che il vecchio Ecclestone aveva invece quasi bandito, la creazione di videogiochi sempre più realistici, Liberty Media è riuscita a moltiplicare e ringiovanire il pubblico del gran premi, attirando anche molte donne che prima al massimo frequentavano gli autodromi per reggere un ombrello.
Finora, grazie anche all’esperienza di Stefano Domenicali, il ceo della Formula 1, Liberty è riuscita a mantenere un giusto equilibrio tra la tradizione e il futuro, tra gli storici appassionati e i nuovi arrivati nell’arena. La ricetta è semplice. Adesso basterà applicarla alla MotoGp per rivitalizzare uno sport che ha perso un po’ di appeal e ultimamente ha sbagliato qualche scelta andando a scimmiottare proprio la Formula 1 con le gare sprint. Peccato che là abbiano capito di non dover esagerare (hanno cominciato con tre per arrivare poi a sei), mentre qui hanno pensato bene di programmarne una ad ogni weekend. Cosa che avrebbe anche un senso perché nelle moto la pole position non ha il fascino che ha in Formula 1, ma che all’inizio ha procurato più guai che altro.
La trattativa per acquistare la MotoGP da Bridgepoint, società di private equity, e con il fondo pensionistico canadese, Canada Pension Plan Investment Board, a una cifra che supererebbe i 4 miliardi di euro, è in corso da qualche mese, ma ora, secondo le indiscrezioni riportate dal Financial Times (e mai confermate ufficialmente dalle parti), sarebbe in dirittura d’arrivo per concludersi già ad aprile, magari nei giorni in cui la MotoGp andrà a gareggiare in America.
Resterebbe da dribblare i paletti messi dall’anti trust che già qualche anno fa costrinse CVC, proprietaria della Moto Gp a cedere quel campionato, prima di dare il via libera all’acquisto della Formula 1. “Quando i due eventi sportivi motoristici più popolari nell’UE finiscono nelle mani di un unico proprietario, c’è il rischio di aumenti di prezzo per i diritti televisivi di questi eventi e un riduzione della scelta del consumatore”, disse Neelie Kroes, l’allora Commissario Europeo per la Concorrenza. Certo, sarebbe strano che Liberty Media non abbia fatto le dovute verifiche sul tema prima di uscire allo scoperto. Ma ormai stiamo entrando nell’ultima curva e presto sapremo se tutti gli sport dei motori diventeranno americani con i benefici e i rischi che ne conseguono.
testo in aggiornamento
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