Domani l’Unione Europea sarà chiamata a votare sull’introduzione di dazi fino al 45% sulle importazioni di veicoli elettrici prodotti in Cina. La misura, proposta dalla Commissione Europea, mira a contrastare i sussidi statali di cui beneficiano i produttori cinesi, che permettono loro di vendere auto elettriche nel mercato europeo a prezzi fortemente competitivi rispetto ai produttori locali. La Germania si sta muovendo verso una posizione di astensione, preoccupata delle possibili ripercussioni di una guerra commerciale con Pechino.
La decisione dell’UE ha sollevato numerosi timori in Germania, in particolare tra i giganti dell’automobile come Bmw, Mercedes e Volkswagen. Queste aziende, che vendono circa un terzo delle loro vetture in Cina, vedono nella possibile reazione di Pechino una minaccia diretta alle loro attività già segnate dalla crisi europea. Oliver Zipse, ceo di Bmw, ha avvertito che “ulteriori dazi danneggerebbero le aziende globali attive in Germania e potrebbero provocare una disputa commerciale da cui nessuno trarrebbe vantaggio“.
Di fronte a queste prospettive, il gruppo bavarese ha sollecitato il governo tedesco a prendere una posizione chiara contro l’imposizione dei dazi. Anche Mercedes e Volkswagen si sono espresse in modo simile, con Ola Kallenius, ceo di Mercedes, che ha sottolineato la necessità di una soluzione negoziata con la Cina, piuttosto che ricorrere a tariffe punitive.
All’interno del governo tedesco, la questione ha generato divisioni. Il ministro delle Finanze Christian Lindner, esponente del Partito Liberale Democratico (FDP), si è schierato apertamente contro i dazi, affermando che una guerra commerciale con la Cina sarebbe controproducente per un settore strategico come quello automobilistico. Tuttavia, il cancelliere Olaf Scholz ha indicato che la Germania potrebbe astenersi nel voto di domani, una decisione che riflette le divergenze interne alla coalizione di governo. Scholz aveva già adottato la stessa posizione di astensione nel luglio scorso, quando vennero approvati i dazi provvisori.
Con l’astensione della Germania l’esito del voto potrebbe esser già scritto a favore dell’approvazione, dato il favore ai dazi espresso da paesi quali Francia, Italia, Polonia e Grecia.
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