Sono trascorsi esattamente 30 anni dalla morte di Ayrton Senna. Non c’è un modo migliore per ricordare uno dei miti della Formula Uno. Ma per noi che facciamo i giornalisti lo “strumento” migliore rimane la parola. Ed è proprio dalla penna di chi l’ha conosciuto e amato che vogliamo lasciarvi un ricordo del mitico Ayrton.
Giorgio Terruzzi ha scritto un libro commovente, ora in una nuova edizione, che racconta l’ultimo weekend del campione brasiliano, di cui vi riportiamo un piccolo estratto per celebrare il grande Ayrton.
“Mi sono sforzato più volte di mettere in fila le immagini che conservo di quelle ore ma ho solo, qui, un puzzle che non va in porto. Qualcuno disse che Bernie Ecclestone, il capo supremo della Formula 1, aveva dichiarato il decesso di Senna. Ricordo la smentita, immediata, e poi Ecclestone stesso che va via con Leonardo Senna e Betize Assumpção, l’addetta stampa di Ayrton. Ricordo di aver visto comparire Gerhard Berger[…]. La sua corsa era finita presto per un guasto alla sospensione, si era cambiato e partiva per Bologna, pure lui. Non ho mai smesso di pensare che il guasto fosse ben altro. […] Dovevo decidere se restare o partire per Bologna. In realtà desideravo andare via da lì, parlare con qualcuno che non aveva visto, non sapeva e magari si trovava in un campo, a camminare, oppure dentro una stanza con il mare davanti e al telefono avrebbe magari raccontato di un grillo chiuso nella conca delle mani o del suo cane che stava riportando indietro una palla di gomma arancione. […] Stavamo in attesa. Aspettavamo di essere convocati a un appuntamento. La dottoressa Maria Teresa Fiandri comparve una prima volta pochi minuti dopo le 18. Ricomparve negli schermi un’ora più tardi: “Alle ore 18.40 Ayrton Senna non presentava alcuna attività cardiaca. È morto”. Lo disse accelerando un poco le sue frasi. Dal mio occhio destro scappò fuori una lacrima, una sola, a formare una macchia piccola sulle righe del bloc-notes.”
Ma siccome l’occhio vuole la sua parte, vi lasciamo qualche riga (e immagine, le fotografie sono di Alberto Dedè) del racconto firmato da Matteo Sartori del “Museum of Legends”, una vera e propria wunderkammer dedicata al pilota brasiliano e ad altri miti dello sport mondiale.
“Nel cuore di Pavia […] c’è una piazza, di quelle belle italiane. Su un lato della piazza, tra i negozi e i bar, si affaccia anche una pizzeria […]. La pizzeria si chiama Bella Napoli, anche questo non troppo sorprendente, ed è stata fondata nel 1964. Pavia, si sa, è una città che ha da raccontare molte storie antiche. Oggi sappiamo che è anche sede di alcune favole moderne. Perché è proprio al secondo piano della pizzeria “Bella Napoli” che prende vita la storia di Salvatore Apicella, […] ristoratore di successo e collezionista di oggetti che definire “cimeli” sportivi appare almeno riduttivo.
Per noi di Youngclassic, sono tre le sale dedicate alla figura di Ayrton Senna a far vacillare la mente. Quello che circonda il brasiliano è un culto di tale forza che rischia di farsi quasi astratto. Solo che qui di astratto non c’è niente. La carriera, l’anima, il perfezionismo mistico di Ayrton qui si fanno materia estremamente tangibile, sotto forma di caschi, tute, guanti, documenti olografi.”
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