Ultimo aggiornamento  03 giugno 2023 04:21

Un passaporto per le batterie.

Redazione ·

Le batterie sono fondamentali per la transizione all’elettrico che è a sua volta basilare per difendere il pianeta. Ma - tra i tanti problemi - serve anche di controllare la provenienza e l’impatto, tanto ambientale quanto sociale, dei materiali che compongono gli accumulatori.

A questo aspetto della elettrificazione cerca di dare una risposta la Global Battery Alliance (Gab), un gruppo industriale composto da oltre 100 aziende coinvolte nella catena di fornitura delle batterie per veicoli elettrici, da società minerarie come Glencore a case automobilistiche come Tesla e produttori come LG. L’associazione sta promuovendo una nuova soluzione chiamata "Battery Passport”, il cui scopo è quello di rendere trasparente la provenienza di ognuno dei tantissimi componenti degli accumulatori, catodi, anodi, separatori ed elettroliti.

Necessità per l’industria

Avere un quadro certo e delineato della provenienza di ciascuno dei componenti è vitale per l’industria: basti pensare che - negli Usa - il nuovo credito d'imposta federale per i veicoli elettrici prevede che i materiali delle batterie provengano dal Nord America o da Paesi che hanno stipulato accordi di libero scambio con gli Stati Uniti, al fine di ottenere l'intero credito di 7.500 dollari per l'acquisto di nuovi mezzi a zero emissioni.

Alcune case automobilistiche non sono nemmeno sicure di poter ottenere l’intera cifra, quando il provvedimento entrerà in vigore nel 2023, proprio perché il monitoraggio può essere molto difficile.

La soluzione

Qui entra in gioco il “Battery Passport” che, la Gab descrive così sul suo sito internet: “una rappresentazione digitale di un accumulatore che trasmette informazioni su tutti i requisiti applicabili, compresi quelli del ciclo di vita, sulla base di una definizione completa di batteria sostenibile. Ogni documento sarà un gemello dell’oggetto fisico abilitato dalla piattaforma digitale, che offre una soluzione globale per la condivisione sicura di informazioni e dati e mira ad andare oltre la gestione delle prestazioni di un singolo elemento, per arrivare a comprendere tutti quelli presenti lungo l'intera catena del valore dell’industria”.

Tutto questo verrà utilizzato per realizzare in futuro un “marchio di qualità” che dovrà contraddistinguere tutte le batterie in commercio, garantendone provenienza, impatto ambientale e sociale ed escludendo con assoluta certezza pratiche come l’uso di minori dalle fasi di estrazione.

Il progetto è guidato dal comitato direttivo del Gba, co-presieduto da Tristan Mecham, project manager di Tesla per l'approvvigionamento responsabile, e da Simon Thibault, Senior Director of Battery Value Chain di Investissement Québec, un braccio di investimento pubblico del governo della regione canadese.

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