Ultimo aggiornamento  04 giugno 2023 22:20

Acea, i dubbi sull'Euro 7.

Angelo Berchicci ·

L'associazione europea dei costruttori (Acea) ha espresso dubbi sulla normativa Euro 7 riguardante i nuovi standard per le emissioni, recentemente proposta dalla Commissione Europea. L'Acea ha sottolineato che l'Europa, con l'Euro 6, ha già la normativa anti-inquinamento più rigida e stringente al mondo, in particolare per quanto riguarda gli NOx (ossidi di azoto) e il monossido di carbonio (CO), con emissioni allo scarico talmente ridotte da essere "difficilmente misurabili", grazie allo stato dell'arte tecnologico messo in campo dai costruttori.

Normativa costosa e complessa 

"L'industria automobilistica prende molto sul serio il suo ruolo nel ridurre la CO2 e le altre emissioni inquinanti" ha dichiarato il presidente di Acea e ceo di Bmw Oliver Zipse. "Lo scorso anno l'Acea ha fatto una proposta riguardante lo standard Euro 7 che avrebbe portato a una maggiore riduzione dell'inquinamento dell'aria. Il beneficio in termini ambientali della proposta fatta dalla Commissione, invece, è limitato, mentre l'incremento nei costi per i costruttori è elevato. Questo perchè si concentra su condizioni di guida estreme che sono difficilmente replicabili nella guida di tutti i giorni" ha concluso Zipse.

"Il pacchetto normativo relativo all'Euro 7 - scrive l'Acea - non sarà pronto prima di metà 2024, soprattutto considerando la lunga lista di test aggiuntivi che comprende. La data proposta per l'implementazione, ovvero l'1 luglio 2025 per autovetture e veicoli commerciali leggeri, non è realistica, visto l'enorme numero numero di modelli, varianti e motorizzazioni che devono essere sviluppate, testate e verificate per quella data. L'euro 7, quindi, rischia di essere eccessivamente costoso e complesso" avverte l'associazione.

La proposta di Bruxelles

La normativa elaborata a Bruxelles prevede un inasprimento dei limiti sulle emissioni di ossidi di azoto (NOx) per le auto diesel, che nella nuova formulazione vengono portati da 80 a 60 milligrammi per chilometro, ovvero il medesimo limite previsto dall'attuale Euro 6 per i propulsori a benzina (i quali nell'Euro 7 non vanno incontro a un'ulteriore stretta). Restano immutati i valori massimi di particolato (PM), ovvero 4,5 milligrammi per chilometro.

Per quanto riguarda il monossido di carbonio (CO), i limiti scendono a 500 milligrammi per chilometro, sia per i diesel che per i benzina (attualmente tale limite vale già per i diesel, mentre per i benzina è di 1.000 milligrammi per chilometro). Vengono poi introdotti nuovi limiti per sostanze inquinanti che l'Euro 6 non considera, come l'ammoniaca, la formaldeide e il particolato ultrafine (sotto i 10 nanometri).

Per la prima volta, inoltre, l'Euro 7 non si limiterà a tenere conto delle emissioni alla scarico, ma anche di quelle relative al consumo di pneumatici e freni (anche per le auto elettriche), le cui particelle rilasciate in atmosfera dovranno diminuire del 27% entro il 2035. 

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