Nonostante l’appoggio finanziario del Pif - il Fondo sovrano dell’Arabia Saudita che detiene il 61% delle azioni del costruttore - la casa di auto elettriche Lucid continua ad avere problemi. In particolare, la società ha lamentato un calo delle prenotazioni nel corso del terzo trimestre (34mila, circa 3mila in meno rispetto ai tre mesi precedenti) e di conseguenza di aver fronteggiato un ribasso del valore delle azioni in Borsa di circa il 10%.
Secondo i vertici del costruttore, la frenata sarebbe da attribuire in particolare ai timori di molti clienti di dover attendere troppo a lungo per ricevere la propria auto nuova. Nel secondo trimestre dell’anno in corso, Lucid ha consegnato 1.398 esemplari rispetto ai 679 del primo.
Complessivamente il fatturato all’azienda è salito a 195,5 milioni di dollari tra luglio e settembre, con una perdita netta di 670,2 milioni di dollari (40 centesimi per azione), rispetto ai 524,4 milioni di dollari, o 43 centesimi per azione, dello stesso periodo nell'anno precedente. Lucid ha comunque dichiarato di avere in cassa liquidità per 3,85 miliardi di dollari, che sosterranno l'azienda almeno fino al quarto trimestre del prossimo anno.
Altre collaborazioni
Intanto la stessa società ha annunciato l’intenzione di effettuare una ulteriore vendita di azioni a breve: questa mossa, insieme con un altro finanziamento da parte del fondo saudita, dovrebbe permettere di raccogliere l’1,5 milioni di dollari necessari per la costruzione di una fabbrica di auto a batteria a Jedda, nel Paese del Golfo.
Il Pif, intanto, ha fatto sapere la scorsa settimana che produrrà vetture elettriche nel Regno nell'ambito di una nuova joint venture - denominata Ceer - con il fornitore di Apple Foxconn. "Non c'è una collaborazione diretta (con Ceer) dal punto di vista tecnico, ma penso che ci sia una direzione sinergica in termini di sfruttamento dell'efficienza della catena di fornitura", ha dichiarato Peter Rawlinson, amministratore delegato di Lucid.