Ultimo aggiornamento  08 giugno 2023 16:43

Tesla, ancora guai per l'Autopilot.

Carlo Cimini ·

"Il nostro software avanzato di assistenza alla guida Autopilot non otterrà l'approvazione normativa nel 2022". Lo ha affermato il ceo di Tesla Elon Musk parlando in occasione della presentazione della trimestrale, dopo la bocciatura della National Highway Transportation Safety Administration - l’agenzia federale che si occupa della sicurezza stradale negli Usa - del sistema proprietario della tecnologia robot. Non è la prima volta, e potrebbe non essere l'ultima, che Musk annuncia come praticamente realizzata la guida autonoma ai livelli massimi (4 e 5) e che le autorità ritengono invece insufficienti i livelli di sicurezza raggiunti da Tesla.

Conflitto perpetuo

"L'auto sarà in grado di portarti da casa al lavoro, a casa del tuo amico, al negozio di alimentari senza che tu tocchi il volante". Così Musk aveva presentato il progetto "FSD", un componente aggiuntivo del software a un prezzo di 15mila dollari, acronimo di "Full Self-Driving" che permetterebbe ai suoi veicoli di cambiare corsia e parcheggiare autonomamente. Il no di Nhtsa segue evidenti dissidi interni a Tesla, dove nel luglio scorso è stato costretto alle dimissioni il capo dell'area Intelligenza Artificiale dell'azienda, Andrei Karpathy.

L'ente federale della sicurezza dei trasporti Usa aveva avviato un'altra indagine sull'Autopilot nell'agosto 2021, "per esplorare il grado in cui la tecnologia e i sistemi Tesla associati possono esacerbare i fattori umani o i rischi di sicurezza comportamentale minando l'efficacia della supervisione del conducente". Il report, analizzando oltre 800mila Tesla, Model Y, X, S e 3 dal 2014 al 2022, aveva messo sotto la lente ben 38 casi di sinistri che hanno coinvolto veicoli del costruttore con 19 morti, per capire se il software fosse stato un fattore determinante negli incidenti. 

Gli incidenti sotto inchiesta

Uno degli ultimi è avvenuto lo scorso anno. Ottobre 2021, i procuratori della contea di Los Angeles presentano un'accusa di omicidio colposo contro il guidatore di una Tesla Model S che nel 2019 è passata con il rosso mentre era attiva la funzione Autopilot, schiantandosi contro una Honda Civic e uccidendo due persone. L'indagine iniziale dell'agenzia federale per la sicurezza, si legge nel documento, "è stata motivata da un accumulo di incidenti in cui le Tesla, operando con l'Autopilot inserito, hanno colpito veicoli fermi in strada o mezzi di primo soccorso che si occupavano di scene di collisione preesistenti". Undici di questi, tra gennaio 2018 e luglio 2021, hanno dato origine all'indagine iniziale, e altri sei incidenti di questo tipo sono stati identificati in seguito, si legge nel documento. A queste si sono aggiunte altre 106 collisioni "che hanno coinvolto modelli di incidente non limitati alle scene di primo soccorso".

I rapporti tra Nhtsa e Tesla sono rimasti tesi anche per gli annunci roboanti di Musk, che aveva promesso guida autonoma completa fin dal 2018, per poi essere costretto a rimangiarsi tutto e ammettere "non pensavo sarebbe stato così difficile". Anche la denominazione del software ha causato problemi: due senatori americani hanno chiesto alla Federal Trade Commission (l’agenzia governativa che tutela i consumatori) di chiarire se Musk abbia pubblicizzato l’Autopilot in maniera ingannevole vendendo il sistema come completamente autonomo, quando in realtà si tratterebbe solo di un dispositivo di assistenza alla guida senza esclusione del conducente. Autopilot è "ancora in fase sperimentale e stiamo lavorando per migliorarla il più velocemente possibile”, si difende adesso Musk. 

Problemi anche per Cruise e Waymo

I problemi legati alle autorizzazioni non riguardano solo Tesla. Cruise di General Motors ha dovuto correggere il suo software in seguito a un incidente avvenuto a San Francisco nel mese di giugno e dopo che una dozzina delle sue auto si sono inspiegabilmente fermate a un incrocio in città, bloccando gli altri veicoli per quasi due ore. Stesso discorso per Waymo, società nata con Google controllata dalla holding Alphabet che ha lanciato il suo servizio di taxi a guida autonoma a Los Angeles ed è già attiva a Phoenix e San Francisco, ma che sta incontrando difficoltà per ottenere il via libera alla sperimentazione nella sua California. Qui le regole sembrano essere più rigide per ottenere l'approvazione dal Dipartimento statale dei veicoli a motore per testare i veicoli a guida autonoma sulle strade a percorrenza pubblica.

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