Porsche entrerà in borsa. Il gruppo Volkswagen che controlla il marchio ha infatti pubblicato una intenzione di quotazione per un'offerta pubblica iniziale (Ipo) per la fine di settembre, inizio di ottobre, da completare entro la fine dell’anno. Questo sempre che il mercato non subisca qualche altro shock, viste le tensioni internazionali che continuano ad accumularsi su vari fronti.
Quello fatto dal gruppo tedesco è per ora solo un primo passo che di per se non garantisce che si arrivi all’effettivo sbarco tra i titoli del nome del costruttore, ma l’attesa è comunque alta e ci si aspetta una quotazione che dovrebbe aggirarsi tra i 60 e gli 85 miliardi di euro. Sarebbe, secondo gli analisti di Refinitiv, la più grande operazione in questo senso in Europa dal 1999 e la più importante mai realizzata in Germania.
Se l'offerta pubblica iniziale avrà successo, Volkswagen convocherà un'assemblea generale straordinaria a dicembre per proporre agli azionisti un dividendo speciale pari al 49% del ricavato, da distribuire all'inizio del 2023.
Operazione tecnicamente complessa
L’operazione potrebbe coinvolgere alcuni dei fondi di investimento più importanti del mondo, tra cui in particolare si fa il nome di Qatar Investment - fondo sovrano del Paese del Golfo - che ha già una quota di partecipazione nel gruppo di Wolfsburg.
Nello specifico, Volkswagen ha ceduto alle famiglie Porsche-Piech - tramite la loro controllata Porsche SE - una quota del 25% più una delle azioni ordinarie di Porsche AG, rafforzandone così il controllo sulla casa automobilistica. Hendrik Schmidt, esperto di governance presso l'investitore Volkswagen DWS, ha dichiarato che insistere sulla quotazione anche in mezzo alle attuali turbolenze di mercato è esclusivamente nell'interesse degli eredi Porsche e Piech che desiderano vedere crescere la propria influenza.
Programma a lungo termine
Volkswagen ha dichiarato che l’ipo del marchio di lusso rappresenterebbe un passo significativo nella trasformazione dell'azienda, con l'obiettivo di sviluppare la propria offerta di software e di veicoli elettrici. Uno sforzo per il quale il gruppo di Wolfsburg ha già annunciato di voler mettere in campo 89 miliardi di euro entro il 2026.
Porsche è tra i costruttori che hanno meglio assorbito la lunga crisi che sta attanagliando il settore automobilistico a livello globale: il suo utile operativo è aumentato del 22% nel primo semestre di quest'anno, a fronte di un calo dell'8% del marchio Volkswagen, orientato al mercato di massa. In ogni caso, la Vda, l'associazione automobilistica tedesca, prevede un calo del 4% nelle consegne di autovetture in Europa per il 2022, con l'auspicata ripresa post-pandemia che deve ancora manifestarsi, frenata dalla situazione bellica in europa dell'est e dalla perdurante crisi dei microchip.