Una Bacalar per ogni richiesta. Sono state consegnate ai rispettivi proprietari le prime otto Bentley Bacalar (sotto il cofano un W12 biturbo da 659 cavalli), la roadster super esclusiva del costruttore inglese costruita in appena 12 esemplari già tutti venduti a 1,7 milioni di euro ciascuno. I fortunatissimi proprietari avranno nelle loro mani un esemplare unico perché, spiega Maria Mulder, responsabile del reparto colori e materiali di Bentley, “nessuna Bacalar è uguale all’altra”. La Bacalar è realizzata dal dipartimento Mulliner, dedicato ai progetti speciali di Bentley.
All’ordine della vettura segue infatti una serie di incontri tra il proprietario e il team di design e progettazione presso il quartier generale Bentley per definire ogni singolo aspetto stilistico della vettura, dai colori ai materiali, per soddisfare tutte le richieste di clienti così speciali. E se ne sentono delle belle. I fortunati acquirenti hanno a disposizione per gli interni delle loro Bacalar anche la lana naturale britannica (non preoccupatevi per l’estate, i sedili sono climatizzati) e per gli inserti un legno di 5.000 anni fa, proveniente dalle Fenlands, regione paludosa dell’Inghilterra orientale.
Daytona SP3, l'ultima Icona di Ferrari
I progetti speciali sono un’ottima operazione di valorizzazione del brand perché aumentano lo status del marchio, generano margini stellari e realizzano un veicolo il cui valore crescerà nei prossimi anni andando a popolare le migliori aste al mondo. I modelli infatti nascono nella maggior parte dei casi su basi già esistenti e la personalizzazione più profonda riguarda quasi esclusivamente l’estetica.
È proprio quello che è accaduto per la Ferrari Daytona SP3, terzo modello dopo le Monza SP1 ed SP2, della famiglia Icona, quella delle Rosse più esclusive in circolazione. Queste auto non si possono comprare (un discorso valido anche per i possibili fortunati acquirenti), ma sarà Ferrari a contattarvi in base a una serie di vostre caratteristiche come il possesso in garage già di altre Rosse dall’alto valore collezionistico. Per la SP3 il team di design Ferrari guidato da Flavio Manzoni si è ispirato alle Sport Prototipo degli anni ’60, mantenendo però una pulizia formale esemplare e optando per soluzioni aerodinamiche esclusivamente passive, senza elementi come splitter o spoiler che potrebbero “sporcare” la purezza delle linee della SP3.
Il telaio monoscocca in fibra di carbonio della Daytona SP3 è quello della La Ferrari, mentre a spingerla c’è il V12 da 6,5 litri e 840 cavalli della 812 Competizione, installato in posizione posteriore-centrale per un perfetto equilibrio. Non sono tuttavia i dati tecnici a rendere così speciale questo modello: i 599 esemplari (già tutti venduti prima della produzione) sono tutti diversi tra loro e la realizzazione di ciascuno di essi viene fatta dal Centro Stile Ferrari con il cliente che potrà recarsi a Maranello tutte le volte che sarà necessario discutere di materiali, colori e personalizzazioni. Poche ma ferree le regole da rispettare: coerenza con l’immagine del marchio e gentile rifiuto di proposte eccessivamente esotiche. Il prezzo da pagare? Si parte da 2 milioni di euro.
McLaren Elva e Aston Martin Victor
Stessa filosofia, marchi differenti. McLaren con il programma “Ultimate Series” vuole soddisfare le richieste di pochi e selezionatissimi clienti. Dopo F1, P1, Senna e Speedtail, l’ultima nata della famiglia è stata la Elva (4.0 V8 e 815 cavalli), roadster da 1,7 milioni di euro per 149 esemplari prodotti ripensando alle auto da corsa estreme ed essenziali del passato cui questo modello è ispirato. Una su tutte? La Elva del 1960 progettata da Bruce McLaren in persona. Il procedimento è sempre il seguente: Robert Melville, capo del design McLaren, ha accompagnato passo dopo passo i clienti nella personalizzazione della loro Elva.
L’asticella si alza ancora se parliamo di One Off, vetture realizzate su esplicita richiesta di un importante cliente e personalizzate da zero sulla base dei suoi desideri. Tra le più incredibili e forse meno conosciute c’è la Aston Martin Victor, spinta da un poderoso V12 da 836 cavalli abbinato al cambio manuale. Sviluppata nel 2020 dalla divisione “Q”, quella che si occupa dei progetti speciali del costruttore inglese, la Victor si ispira a due leggendarie Aston prodotte durante la presidenza di Victor Gauntlett: la V8 Vantage (1970) e la Dbs Rham/1 che ha partecipato alla 24 ore di Le Mans nel biennio 1977-1979. Qui tutto è fatto su misura e richiesta: dal colore verde “Pentland” al corpo in fibra di carbonio che sembra monolitico. Se gli esterni sono cattivissimi, gli interni, nonostante il volante a cloche, rispecchiano un gusto più classico tipicamente “British” dove al cashemere vengono affiancate modanature in noce e carbonio. Il prezzo è top secret, ma si parla di oltre 5 milioni di euro.