Elon Musk e la politica: due mondi che non sempre vanno a braccetto. Il ceo di Tesla si è trovato più volte in disaccordo con l’attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, al quale ha rivolto via Twitter anche commenti poco gentili ed epiteti irripetibili. L'ultimo scontro in ordine di tempo è però con l’ex numero uno del Paese, Donald Trump, che pure, a suo tempo, definì il manager origine sudafricana “un genio”.
Durante un recente comizio in Alaska, l’ex inquilino della Casa Bianca lo ha invece attaccato per aver detto di non aver mai “votato per un repubblicano”, almeno fino a un’elezione locale che si è tenuta in Texas lo scorso mese. Trump ha invece sostenuto che l’uomo più ricco al mondo gli avesse più volte confermato di “aver votato per lui”. Immediata la risposta da Austin, con Musk che su twitter nega di aver mai detto una cosa del genere. Non solo, il ceo ha anche scritto: “Non odio quest’uomo. Ma è ora che appenda il cappello al chiodo e navighi verso il tramonto”.
La tirata politica non si esaurisce qui. La polemica è l’occasione per un “appello” anche agli avversari dell’ex presidente. “I democratici dovrebbe smetterla di attaccarlo. Non fate in modo che l’unico sistema per sopravvivere per Trump sia riguadagnare la presidenza”.
Sguardo al futuro
L’inarrestabile Musk prosegue poi definendo la presidenza Trump “troppo drammatica" e consigliando ai partiti di mettere un tetto di età alle candidature: 69 anni.
Secondo molte testate, tra cui Bloomberg, Musk sarebbe ora interessato a sostenere gli sforzi di Ron De Santis, attualmente governatore della Florida, peraltro molto discusso per aver preso posizioni estremamente conservatrici su alcuni argomenti scottanti come la diversità di genere. Il 44enne avvocato di Jacksonville è, secondo molti, il più accreditato competitor di Trump per ottenere la nomination repubblicana alle elezioni presidenziali che si terranno alla fine del 2024.Ma ha un (influente) sostenitore in più.