L’area metropolitana di Parigi - che comprende oltre alla zona nevralgica della capitale francese anche 79 comuni dell’immediato hinterland, abitata da oltre 5 milioni di cittadini - rinvia di un anno l’entrata in vigore delle misure più restrittive per i veicoli maggiormente inquinanti che sarebbero dovuto diventare operative a partire dallo scorso 1 luglio. L’applicazione del provvedimento delle autorità locali è stata rinviata allo stesso giorno del 2023.
La norma ora sospesa prevede il blocco della circolazione per i mezzi classificati da Cri'Air3 in giù: si tratta dei veicoli con motore diesel antecedenti il 2011 e quelli con propulsore a benzina precedenti il 2006. Se il blocco fosse applicato in tutta la Francia si parlerebbe di fermare circa 14,5 milioni di vetture, oltre il 40% del parco circolante nazionale.
I perché del rinvio
Le autorità transalpine hanno spiegato che il rinvio della applicazione della norma è dovuto a diversi fattori. Il primo è la mancata applicazione nell’area della regola che prevede la possibilità per le famiglie a basso reddito di accedere a un prestito agevolato per l’acquisto di un veicolo a zero o basse emissioni.
Inoltre l’intero sistema del traffico nell’area all’interno della A86, l’autostrada che circonda la città, dovrebbe essere controllato da un esercito di autovelox “intelligenti”, in grado di intercettare a targa del veicolo e collegati a un database nazionale che certificherebbe l’età del mezzo: questi strumenti non sono però ancora pronti a entrare in servizio, anzi non sono neanche stati ancora omologati.