All’inizio di quest’anno il tuner californiano Singer Vehicle Design aveva introdotto la sua versione restaurata - in chiave moderna - della Porsche 911 Turbo (serie 930), da sempre un vero e proprio culto per i puristi del marchio tedesco. Quel restomod “reimaigened by Singer Turbo Study” è basato sulla generazione 964 del modello (prodotta dal 1989 al 1993) e monta un motore 3.8 litri biturbo da circa 450 cavalli a trazione posteriore, rigorosamente raffreddato ad aria, come da tradizione per le Porsche d'epoca.
Adesso la Singer - atelier sito a Los Angeles e fondato nel 2009 da Rob Dickinson - ha spinto l’acceleratore verso la pura sportività, realizzando una versione ancora più “cattiva” della sua 911. Per farlo ha potenziato e alleggerito la vettura (che pesa circa 990 chili): il propulsore supera ora i 500 cavalli, come il 6 cilindri da 4.0 litri montato su un’altra “opera d’arte” dell’azienda, la 911 “Dynamics & Lightweigthing Study” del 2017.
Tanta fibra di carbonio
La carrozzeria dell’auto è stata ricostruita facendo ampio utilizzo di fibra di carbonio, in particolare per lo splitter frontale e l’alettone. Il paraurti posteriore è stato del tutto eliminato. Gli interni sono rivestiti in tessuto sintetico Grün. La base dei sedili è costituita sempre da fibra di carbonio. La livrea è verniciata con una speciale tinta Racing White, scelta, dicono da Singer: “Voluta per sottolineare il focus sportivo viscerale che abbiamo voluto trasmettere. Ci siamo distaccati un po’ dallo stile raffinato del modello originale per portarlo più vicino allo spirito delle corse in pista”.