L'arrivo a Woking dell'ingegnere tedesco Michael Leiters (ex Porsche e Ferrari), nominato nuovo ceo della divisione automotive di McLaren, segna un importante punto di svolta per il brand britannico. Il costruttore vive infatti una fase delicata, tra conti da rinsaldare dopo la pandemia, partnership strategiche da ricercare e nuovi orizzonti da definire a livello di prodotto.
Ampliare il bacino di clienti
Nei suoi 13 anni di attività in Porsche, Michael Leiters ha supervisionato l'arrivo di un modello fortemente di rottura per il brand, ovvero la Cayenne (di cui è stato project manager), primo suv realizzato da un produttore di auto sportive. Un'esperienza che, molto probabilmente, avrà avuto il suo peso anche nella successiva fase in Ferrari, quando la Casa di Maranello ha iniziato lo sviluppo della Purosangue nel 2020.
Il know how ideale per McLaren, rimasto uno dei pochi brand di supercar a non avere un hypersuv nè in listino nè tanto meno in cantiere. Difficile per ora fare congetture sui futuri piani industriali di McLaren, ma un'ipotetica strada potrebbe essere quella di ampliare l'offerta con una famiglia di modelli meno estremi e più "pratici", un modo per conquistare i mercati orientali, sulla falsariga di quanto fatto da Lotus con la Eletre e le vetture che la seguiranno.
L'elettrificazione al centro
In qualità di CTO (Chief Technology Officer) di Ferrari, Leiters è stato una figura chiave nella progettazione delle recenti supercar ibride di Maranello, ovvero la SF90 Stradale e la 296 GTB. L'elettrificazione, quindi, fa decisamente parte del suo bagaglio professionale, guarda caso un altro aspetto dove McLaren deve accelerare.
La Casa di Woking ha recentemente svelato la sua nuova supercar ibrida, la Artura, le cui consegne sono slittate di svariati mesi per via della crisi dei chip e dovrebbero partire entro l'estate. Ma il costruttore deve iniziare a guardare seriamente alla sua prima vettura totalmente elettrica, che secondo i piani dell'azienda dovrebbe debuttare entro il 2025.
Il corteggiamento di Audi e Bmw
La sfida elettrificata porta con sé anche un'altra pagina di quella che sarà la futura agenda di Leiters: le partnership strategiche. La maggior parte dei costruttori di sportive e supercar ha stretto o sta stringendo accordi con altri attori per affrontare al meglio la transizione a batteria. E' questo il caso di Bugatti e Rivian, Lotus e Alpine, Aston Martin e Mercedes.
McLaren per il momento corre da sola, sia per quanto riguarda la divisione automotive che quella impegnata nel motorsport. Ma non mancano di certo i corteggiatori, come Audi, che è già alla sua seconda offerta per acquisire la storica scuderia di Formula 1. Per il momento la Casa tedesca non ha ricevuto una risposta, ma l'ipotesi di un ingresso di Audi nel team non è da scartare, considerando che la McLaren ha dovuto cedere lo scorso anno una parte del suo ramo Formula 1 per fare fronte alle difficoltà economiche post pandemia.
Se l'accordo si concretizzasse, difficilmente il coinvolgimento di Audi rimarrebbe confinato alla Formula 1. In tal caso, infatti, sarebbe probabile una partnership tecnica con risvolti anche sulla produzione stradale, come avviene tra Mercedes e Aston Martin. Ma ecco spuntare il terzo incomodo: Bmw.
Secondo le indiscrezioni della stampa tedesca, la Casa di Monaco e McLaren sarebbero in trattativa per sviluppare congiuntamente una nuova piattaforma dedicata a future sportive elettriche, e stando ai media di settore i due avrebbero già firmato un memorandum d'intesa preliminare. Per ora si tratta di semplici "giri di valzer" di cui è difficile stabilire il reale peso, ma di sicuro la Casa di Woking dovrà prendere presto delle decisioni sul suo futuro assetto aziendale.