Un incontro tra eccellenze, si direbbe nel linguaggio di oggi. Parliamo di quello che avvenne esattamente 90 anni fa, il 28 aprile 1932, tra il poeta e scrittore Gabriele D’Annunzio e il pilota automobilistico italiano più celebre dell’epoca e non solo, Tazio Nuvolari.
L’occasione fu la consegna della nuova Alfa Romeo 1750 6C accanto alla quale i due personaggi sono stati immortalati dal fotografo presente. Teatro dell’evento - nel corso del quale rievocarono, come venne scritto, “il mito della velocità, della bellezza dell'auto e della poesia” - fu il Vittoriale degli italiani, la cittadella sulle rive del lago di Garda dove D’Annunzio aveva deciso di trascorrere la sua vita, lo stesso luogo dove morì nel 1938 ed è sepolto.
Per ricordare quel momento storico, il segretario generale dell’Automobile Club d’Italia, Gerardo Capozza, il presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano - Ivan Drogo Inglese - e quello della Fondazione de Il Vittoriale - Giordano Bruno Guerri – si sono ritrovati proprio nei luoghi cari al poeta dove avvenne l’incontro.
Una tartaruga
Fu Gabriele D’Annunzio – ha ricordato Capozza - a esprimere il desiderio di incontrare l’asso del volante, al quale lo accomunava l’amore per la velocità. I due “parlarono per ore, camminando tra i viali del Vittoriale, la dimora mausoleo del poeta e fu così che nacque la storia di un'amicizia tra poesia, velocità tra personaggi che rappresentano le icone di un'epoca. Al momento del commiato, per suggellare il rapporto di stima e ammirazione, D’Annunzio volle fare dono al pilota di una piccola tartaruga d’oro con la dedica: ‘All’uomo più veloce del mondo, l’animale più lento’".
"Da quel momento, - dice ancora il segretario generale di ACI - la tartaruga, simbolo di prudenza e di lentezza, che il poeta aveva adottato come talismano, divenne il marchio che accompagnò Nuvolari nelle sue imprese. Il “mantovano volante”, infatti la elesse a proprio simbolo: la portò ricamata sulle sue maglie da corsa rigorosamente di colore giallo, la impresse sulla carta intestata e la fece dipingere sulla fusoliera del suo aereo privato”.