La crisi dei semiconduttori che attanaglia il settore automotive - a livello globale - peserà minacciosamente sui livelli produttivi non solo per quest’anno ma anche per tutto il prossimo, se non addirittura anche oltre. Ne sono convinti anche alcuni dei più autorevoli manager dell’automotive in Germania.
Il ceo di Bmw Oliver Zipse lo ha confermato in una intervista pubblicata dal quotidiano svizzero di lingua tedesca Neue Zuercher Zeitung. ”Siamo ancora nel pieno della carenza di chip - sono state le parole del presidente di Acea, l’organizzazione che riunisce i costruttori europei - Mi aspetto che cominceremo a vedere dei miglioramenti al più tardi l'anno prossimo, ma dovremo ancora affrontare una carenza fondamentale nel 2023". A metà del mese scorso - nel suo briefing stampa annuale - il marchio bavarese aveva confermato di non attendersi passi avanti almeno fino alla fine del 2022.
Molti problemi
Ancora più fosca la previsione che arriva dal quartier generale di Volkswagen a Wolfsburg. Arno Antlitz - che è il Chief Financial Officer del gruppo - ha affermato a sua volta in una intervista che “l'insufficiente offerta strutturale si risolverà probabilmente solo nel 2024”. Parlando al quotidiano di Francoforte specializzato nelle notizie dai mercati finanziari Boersen-Zeitung, Antlitz ha anche ricordato come la mancanza di cablaggi in arrivo dalla Ucraina stia creando difficoltà ai costruttori, con la cancellazione di alcuni turni di lavoro e le società che si stanno rivolgendo ad altri fornitori.
Antlitz ha anche parlato del possibile riutilizzo dei fondi che potrebbero derivare dalla quotazione in borsa di Porsche, suggerendo che potrebbero servire a “finanziare l'unità software del gruppo e i suoi piani di produzione di batterie”.